Dibattiti “drogati”

Il mondo ci rovescia addosso notizie preoccupanti. L’economia cinese minaccia una crisi che potrebbe diventare mondiale. Il sedicente Califfato islamico si spinge verso le sponde del Mediterraneo. Profughi e diseredati, oggi a decine di migliaia, domani forse a milioni, bussano alle porte dell’Europa, anzi entrano senza bussare.

Ma di che cosa discutono appassionatamente gli italiani? Del funerale dei Casamonica a Roma (“Potevano farlo? Non potevano farlo?”) e del fatto che Renzi è andato a New York con l’aereo di Stato apposta per assistere a una partita di tennis (“Doveva andarci? Non doveva andarci?”).

Due eventi di pura immagine, irrilevanti non solo per la storia futura, ma anche per la vita di oggi. L’esito di quella partita sarebbe stato lo stesso anche se Renzi l’avesse guardata in televisione, o non l’avesse guardata affatto. D’altra parte, lo Stato non è andato in rovina perché quel giorno Renzi era in gita all’estero invece che a farsi intervistare in Tv come al solito.

La famiglia Casamonica è da un pezzo al centro di un giro di affari a dir poco sospetti, e ci resterà, anche se avesse accompagnato il suo capo al cimitero all’alba, in silenzio e fra pochi intimi. Ecco il punto: l’opinione pubblica è attratta e “drogata” da non-notizie che per qualche ragione misteriosa scatenano le sue emozioni.

La facilità di lanciare e ricevere messaggi in pochi attimi e gratis spinge ciascuno a “dire la sua”, tanto meglio se si tratta di cose di cui non sa nulla e, se ne sa qualcosa, magari è sbagliato. Se si leggono i commenti che diluviano su internet si rimane stupefatti della superficialità e della volgarità generali.

Però i governanti, sempre a caccia di consenso, si lasciano facilmente condizionare da quelle che sembrano le opinioni dominanti; e tutto questo viene chiamato “democrazia”. Ma la democrazia vera è un’altra cosa e richiede serietà e riflessione. Detto questo, se mi chiedete se Renzi ha fatto bene ad andare a New York con l’aereo di Stato per una partita di tennis, la mia risposta è no. Un uomo di governo ha altro da fare.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani