Il 29-30 settembre si terrà in Umbria, a Santa Maria degli Angeli, l’ultimo appuntamento del “convegno diffuso” (ossia spezzettato per regioni) sulla catechesi che si è svolto a livello nazionale a partire dal mese di aprile. Ne abbiamo parlato con don Guido Benzi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale Cei.
Da cosa nasce l’idea?
“Il convegno diffuso nasce da una constatazione: che la catechesi è là dove si fa. Non è pensabile che l’animazione dell’iniziazione cristiana sia sempre qualcosa che parte dall’alto o dal centro. Certo, delle strutture di coordinamento – come gli Uffici catechistici diocesani, regionali e quello nazionale – sono necessarie, ma lo sono in quanto ‘servono’ una vita che c’è già nelle parrocchie, anche nelle più piccole o dove, magari, il territorio è più problematico. Questi convegni regionali intendono aiutare ad avere una maggiore percezione di questa grande vita presente nei territori e ad iniziare una riflessione e un confronto”.
Come si pone la catechesi rispetto ai nuovi modi di comunicare?
“Credo si tratti di un grande ambito in cui deve esprimersi la fantasia dei laici, che sono chiamati a portare il Vangelo nelle realtà temporali. Il mondo dell’informatica, della comunicazione e dei social network è il ‘luogo’ in cui i laici devono entrare e poter esprimere la propria fede. Non si tratta di inventare chissà cosa, ma di essere dentro queste realtà e portarvi la propria testimonianza di fede”.
Nelle comunità in cui ci sono persone di altre fedi, il catechista che ruolo assume?
“Siamo cattolici e la fede cristiana è inclusiva. Incontrare i bambini e le loro famiglie che provengono da tradizioni culturali diverse è un’esperienza bellissima ed arricchente per le nostre parrocchie. Da non sottovalutare, poi, il ruolo della scuola e degli altri ambiti sociali, dove si gioca la maggior parte del confronto tra le varie religioni: è una prospettiva molto più delicata, nel senso che ci vuole un assoluto rispetto per l’altro e per le dimensioni di fede che vengono espresse dai bambini e dalle loro famiglie, ma che può dare frutti positivi”.
Quale l’identikit del catechista oggi?
“Non c’è catechista senza comunità cristiana. L’atto catechistico non è l’opera di qualche eroico pioniere, è l’espressione di una comunità che educa. Ciò è molto importante. Il catechista non è una persona che, di punto in bianco, decide di svolgere questo servizio: la sua è una chiamata all’interno della vita parrocchiale. Molto concretamente diventa, poi, la proposta che fa il parroco alle persone che, nella loro disponibilità, rispondono di sì. La prima caratteristica del catechista è quella di essere un uomo e una donna di Chiesa che sa testimoniare nella sua realtà una vita di fede. Anche qui, bisogna essere concreti, cioè si tratta di una persona che conosce i suoi limiti e le sue fragilità ma, alla luce del Vangelo, cerca una continua conversione. Inoltre, una persona che ha stima del grande patrimonio tramandato dalla Chiesa: quindi sa abbeverarsi alle grandi fonti della fede che sono la sacra Scrittura, la liturgia, la vita dei santi, l’insegnamento del Papa e dei Vescovi, e sa trasmettere tutto questo ai più piccoli. L’ultima dimensione è quella di essere un uomo / una donna della sintesi: capace di coniugare il grande patrimonio dottrinale della Chiesa con la vita di tutti i giorni. Questo passaggio è molto delicato e importante perché sappiamo che la vita cristiana è l’incontro con Gesù, incontro che vuol dire conoscenza anche della dimensione della vita e della dottrina della Chiesa. Il catechista, infine, deve essere cosciente che l’incontro è anche affettività, spiritualità, capacità di dialogo e di gioia, capacità di esprimere delle esperienze”.
Il convegno
Le date, il tema, le iscrizioni
Sabato 29 e domenica 30 settembre 2012, ad Assisi (sala convegni della Domus Pacis e teatri Lyrick di S. Maria degli Angeli), si terrà il Convegno catechistico regionale organizzato dalla Conferenza episcopale umbra per mezzo dalla Commissione regionale per la catechesi guidata dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, della quale è responsabile don Luca Delunghi dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Il tema della due giorni è “Vi ho detto questo cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). I catechisti sono chiamati all’ascolto per rendere testimonianza di una gioia piena e traboccante”. Per info e iscrizioni, sito www.chiesainumbria.it.
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