Disabili al lavoro: le leggi ci sono, ma…

Sconfortanti i dati che provengono dalle associazioni di settore. Gli accordi restano sulla carta

L’ Italia delle imprese snobba le persone disabili e l’Umbria non fa eccezione. In un recente convegno sulla sclerosi multipla, Alessandra Tonucci, esperta di legislazione in materia, ha sentenziato: ‘In Umbria, se guardiamo al numero di leggi, servizi, accordi, protocolli, sembra un paradiso; se poi si va a vedere quanti disabili effettivamente lavorano, è un inferno’. A Perugia sono iscritti alle liste di collocamento ‘mirato’ circa 3 mila disabili, a fronte di 3.500 enti e aziende che hanno, per legge, l’obbligo di assumerli. Eppure, oltre 1.500 posti di lavoro ‘destinati’ restano ancora vuoti. A livello regionale, su 5 mila disabili, ne restano fuori dal mondo del lavoro oltre 3 mila; di queste persone, le più fortunate hanno una pensione di invalidità e vivono con 600 euro al mese. Tali dati, disarmanti, giungono dai centri provinciali per l’impiego. I quali, però, sembrano funzionare poco riguardo alla formazione lavorativa delle persone disabili. ‘Alcune aziende sanno che, nell’assumere un disabile, godono di particolari vantaggi fiscali – afferma il presidente dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) della Provincia di Perugia, Mauro Belligi – ma tutto ciò non basta per attirare l’attenzione degli imprenditori umbri sulla forza lavoro disabile. Il problema irrisolto è la formazione lavorativa, che dovrebbe essere curata dai centri per l’impiego. Anche per tale carenza, le aziende sono tuttora piuttosto restie ad assumere lavoratori con disabilità. A mio modo di vedere – conclude Belligi – in Umbria c’è ancora una forte discriminazione verso i disabili, visto che non vengono rispettate nemmeno le quote minime di assunzione previste per legge’. A Belligi fa eco il segretario regionale dell’Alai (Associazione lavoratori atipici e interinali) della Cisl, Claudio Ricciarelli, che afferma: ‘Due terzi delle migliaia di iscritti al collocamento obbligatorio restano senza lavoro. È indispensabile far funzionare meglio i centri per l’impiego e attuare le sanzioni previste per la non applicazione della legge 68’. Una legge, intitolata ‘Norme per il diritto al lavoro dei disabili’, che l’Italia si è data nel 1999 (G.U. n. 68/23 marzo 1999 – suppl. ord. n. 57), appena sette anni fa. Il presidente regionale della Federazione italiana superamento handicap (Fish), Raffaele Goretti, dichiara: ‘Spesso c’è ignoranza da parte dei datori di lavoro, a fronte di leggi, come la 68, che restano solo sulla carta. Pochi imprenditori umbri sanno, ad esempio, che l’Inail finanzia al 50 per cento e a fondo perduto l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di lavoro’. Goretti, che è anche dal 1994 presidente nazionale della Federazione associazioni italiane paratetraplegici (Faip), commenta: ‘Una situazione, quella umbra, che rispecchia quella italiana dove, su 149 mila posti vacanti e disponibili all’assunzione mirata, solo poche decine di migliaia sarebbero effettivamente occupati’. Una vergogna che perdura, in un Paese che si presume civile.

AUTORE: Paolo Giovannelli