In riferimento alla accettazione da parte del giudice del Tribunale di Perugia della richiesta di “patteggiamento” avanzata dall’avvocato difensore relativa al procedimento penale nei confronti di Don Lucio Gatti, avvenuta il 9 gennaio scorso, la Curia diocesana ha pubblicato una nota nella quale prende atto della conclusione di tale procedimento.
“Su questa dolorosa vicenda – afferma la nota – la Curia, nell’autonomia e nell’indipendenza dell’Ordinamento Canonico, ha fatto luce fino in fondo con determinazione, non temendo la verità, prendendo a suo tempo dei provvedimenti nei confronti del sacerdote: un consistente periodo di sospensione dal suo ministero pastorale per consentirgli di svolgere un percorso spirituale-riabilitativo, tutt’ora in essere”. Esprime, inoltre, “il suo profondo rammarico per quanto è accaduto e per le persone coinvolte, sentimento che ha manifestato sin dall’inizio della vicenda”.
La scelta del patteggiamento, hanno spiegato i difensori di don Gatti, non può considerarsi, “dal punto di vista giuridico, ammissione di responsabilità o confessione per comportamenti concludenti” ma “riflette la precisa volontà di definire in tempi rapidi le contestazioni di addebito evitando maggiori tensioni emotive e prolungate strumentalizzazioni che coinvolgono soggetti estranei alla vicenda”.
Coraggio, don Lucio, coraggio!