Don Tonino Bello

Incontro. Il vescovo di Molfetta secondo Tonio dell’Olio
Don Tonino Bello con un gruppo di immigrati
Don Tonino Bello con un gruppo di immigrati

È diventata famosa la formula matematica usata da don Tonino Bello per “spiegare” il mistero della Trinità. “1+1+1 non è Trinità, ma 1x1x1 è Trinità! Se noi riuscissimo a vivere gli uni per gli altri allora sì che l’umanità troverebbe l’unità!” diceva don Tonino. Ma il vescovo di Molfetta confessava anche che questo lo aveva imparato da don Fiore, un prete che facendo catechesi tra i Rom aveva trovato questa idea per far capire loro un po’ di questo mistero cristiano grande e difficile da dire.

Così era don Tonino: imparava dalla gente che incontrava, da tutti, anche e forse di più, dalla gente semplice.

Don Tonio dell’Olio, responsabile di Libera internazionale, giovedì 10 maggio a Perugia nella biblioteca del Centro d’accoglienza – Ostello di via Bontempi, ha restituito ai presenti un don Tonino molto umano e molto spirituale, allontanandolo da possibili riduzioni a “santino” o a poeta disincarnato.

Il vescovo di Molfetta, del quale è stat aperta la causa di beatificazione, presidente di Pax Cristi dal 1985 fino alla sua morte giunta nel 1998, è conosciuto per la sua vita e per i suoi scritti, anche poetici, raccolti in numerose pubblicazioni. Eppure Tonino Bello non ha scritto libri, ha detto don Tonio che del vescovo pugliese è stato stretto collaboratore per molti anni. Tutte le pubblicazioni sono testi per conferenze, omelie, sono appunti o interventi tutti preparati e pensati per parlare in occasioni specifiche. Li preparava al tavolino della sua cappellina. “Sì – disse un giorno a don Tonio – scrivo qui perché mi sento guardato dall’Eucarestia”.

Nella vita di don Tonino ci sono tante “P” ha detto don Tonio elencando le parole che ne caratterizzano la vita e la spiritualità: povertà, pace, profezia, poesia….

E la povertà era nel suo stile di vita e nella sua capacità di accogliere gli altri, tutti. In episcopio non lasciava che altri aprissero la porta. “Questo tocca a me”, diceva e riusciva a far sentire gli altri al centro dell’attenzione. “E questo lo ricordano ancora oggi le persone che incontrava per strada o dal barbiere” ha detto don Tonio. Accolse in episcopio famiglie sfrattate e tra queste una madre ed una figlia che probabilmente si prostituivano. Il fatto suscitò malumori soprattutto tra il clero ma lui ci scherzò su: “Non si potrà dire che il Vescovo va a prostitute perchè sono loro che vengono a me!” disse don Tonino Bello.

L’incontro, promosso nella Settimana della Comunicazione e condotto da Paola Cipelli, si è concluso con la proiezione della parte conclusiva del film “L’anima attesa” con le parole e il volto di don Tonino Bello.

AUTORE: Maria Rita Valli