Due approcci verso i rifugiati

Davanti a drammi dell’umanità, come la fuga in massa di migranti o veri e propri profughi dai Paesi più disastrati dell’Africa e dell’Asia verso l’Europa, chi si propone in buona fede – e buona volontà di dare il suo aiuto – ha due possibili tipi di approccio: quello “micro” e quello “macro”.

L’ approccio micro è il più semplice e diretto: ci sono esseri umani senza cibo e senza tetto, io ne incontro uno e gli offro ospitalità e ristoro. Il modello è il buon samaritano del Vangelo. Altri come me faranno lo stesso con gli altri 100 mila che ne hanno bisogno. Qualche anno fa si usava la parola “micro-realizzazione” per indicare gli interventi in quello che allora chiamavamo “terzo mondo”, tipo costruire un pozzo o un ambulatorio in un villaggio nel cuore dell’Africa. Il vantaggio del micro-intervento è che chiunque, nel suo piccolo, può farne uno, sapendo che non andrà perduto.

L’ approccio macro, cioè quello politico, che solo i Governi e non gli individui possono attuare, invece è più difficile e complesso; ed è anche a rischio di errore al di là delle buone intenzioni. L’approccio politico consiste nel risolvere il problema alla radice, se è possibile (p.es. garantire pace, sicurezza e benessere nei Paesi da cui fuggono i migranti). E se questo non è possibile, consiste nel riorganizzare le nostre strutture sociali in modo da dare a quegli esuli non solo una nuova casa ma una nuova patria per loro, i loro figli, e i figli dei figli (che a quel punto saranno figli anche nostri).

Difficile? Difficilissimo, quasi impossibile. Però l’approccio micro, per quanto necessario e meritorio nell’immediato, da solo non basta. Per dire, il problema di coloro che attraversano i mari sui barconi, a serio rischio della vita, può essere risolto solo con una decisione politica: aprire le frontiere a tutti i migranti, senza limiti di numero e di burocrazia. Allora verranno tutti tranquillamente in aereo o in nave. Ma saranno un numero enorme, e si apriranno altri problemi, che a loro volta dovranno essere affrontati dalla politica. Quella vera.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani