Due parrocchie un solo parroco

Castiglione della Valle e Spina. La situazione dopo il terremoto

Don Marco Merlini è arrivato a Spina il 14 settembre del 2008. Ha fatto appena in tempo a conoscere i suoi parrocchiani che il terremoto del 15 dicembre 2009 lo ha privato della chiesa parrocchiale e del centro pastorale, lesionati con tutto il borgo di Spina, da quel giorno chiuso ai suoi abitanti. “Dopo il terremoto la situazione si è fatta difficile, stiamo in attesa di completare, speriamo in gennaio, la costruzione del centro pastorale donato da Caritas italiana, ma nel frattempo per il catechismo siamo ospitati nella scuola media il sabato quando è chiusa, mentre durante la settimana per le riunioni andiamo nella chiesina della Madonna delle Grazie o a Castiglione della Valle”. Don Marco, 45 anni, dal 2003 al 2008 parroco di Monteleone di Orvieto, ha in cura l’unità pastorale formata da Spina, Sant’Apollinare, Pieve Caina e Castiglione della Valle. Poco più di duemila anime, famiglie che vivono in piccoli centri o in campagna, abituati ad avere il proprio parroco. Accettare di “dividerlo” con un’altra parrocchia non è facile. Stanno imparando a farlo a cominciare dalla messa domenicale. Don Marco celebra tre messe ogni domenica e festa solenne, ma deve coprire quattro chiese. Ci sono anche molti anziani che non possono spostarsi. La soluzione l’ha trovata nell’affidare la celebrazione della Liturgia della Parola con la distribuzione dell’eucarestia al diacono Antonio Cecchini di Ammeto, un centro distante pochi chilometri ma già diocesi di Orvieto – Todi. Ogni domenica don Marco celebra a Spina e Castiglione mentre a Pieve Caina e a Sant’Apollinare si alterna con il diacono. La decisione non l’ha presa da solo ma ne ha parlato con il consiglio pastorale interparrocchiale, tredici laici che rappresentano un po’ tutto il territorio. Poi ha scritto una lettera ai parrocchiani in cui presentava questa soluzione “come un aiuto per coprire un territorio così vasto”. Nelle grandi veglie di Natale e Pasqua tutta la comunità si riunisce nell’unica celebrazione che questo anno post sisma hanno celebrato al Kiko. Nell’unità pastorale i laici sono impegnati attivamente in diversi modi: dal coro interparrocchiale ai catechisti, dagli animatori dei gruppi giovanili al gruppo della Comunità Magnificat e alle “Cellule di evangelizzazione”, dai ministri straordinari dell’eucarestia alla Caritas. Don Marco, insieme a loro guarda al futuro. “Con il Consiglio pastorale abbiamo fatto una analisi della situazione pastorale. Per cercare di ridare slancio alla partecipazione alla vita di questa comunità, su cui pesa anche un futuro incerto per chi ha avuto danni dal sisma, abbiamo voluto iniziare il nuovo anno con una Missione al popolo, affidata ai padri Vincenziani di Firenze”. La Missione, spiega don Marco, “si terrà dal 5 al 20 febbraio e da qui vorremmo far nascere i Centri d’ascolto nelle famiglie”. Guarda al futuro anche l’esperienza per il catechismo dei bambini avviata da quest’anno. L’idea è semplice: affidare il compito ai genitori. Hanno iniziato con i bambini di prima elementare offrendo ai genitori sussidi e sostegno con un primo incontro ad inizio Avvento e un secondo che si terrà in Quaresima. “Stiamo riflettendo anche sul ruolo della Caritas- aggiunge don Marco – stiamo pensando a come poter coinvolgere di più tutta la comunità”. Il discorso è avviato, si sono presi un anno per pregare e valutare possibili ipotesi. Intanto la comunità vive i suoi impegni quotidiani accanto al proprio parroco che divide le sue giornate tra preghiera, impegni pastorali della sua unità pastorale e della Zona pastorale, visite a ammalati e famiglie, in particolare quelle che hanno dovuto abbandonare la propria casa dopo il terremoto. La sua casa, a Sant’Apollinare, è curata da una collaboratrice domestica sollevandolo dalle incombenze casalinghe. A pranzo spesso lo invitano le famiglie, e lui va, perchè, in fondo, il parroco è “uno di casa”. Maria Rita ValliParrocchie e terremotoCosa significa per una parrocchia vivere senza una propria chiesa e senza gli spazi per le attività pastorali? E soprattutto cosa significa perderli all’improvviso? Il 15 dicembre 2009 una scossa con epicentro nell’area a nord di Marsciano portava alla chiusura di molte case e dell’intero borgo di Spina privando la comunità parrocchiale della chiesa. Lo stesso accadeva nella vicina San Biagio della Valle. Due parrocchie rimaste senza spazi per le attività pastorali, che hanno trovato un aiuto nella Caritas Italiana per la costruzione di un centro pastorale a Spina, che sarà pronto con il nuovo anno, e per il recupero della “casa del catechismo” a San Biagio della Valle. Ne parliamo con i due parroci interessati: don Marco Merlini (in questo numero) e don Primo Alberati (nel prossimo). Consiglio aperto e messa con il vescovo mons. BassettiAd un anno dal terremoto, a Spina il 15 dicembre il Comune di Marsciano terrà il Consiglio comunale aperto al quale sono invitati tutti i cittadini, i parlamentari umbri e la Presidente della Regione Umbria, nonché Commissario per la ricostruzione, Catiuscia Marini. Il consiglio aperto è stato sollecitato anche dal “Comitato terremotati” e dalle parrocchie di Spina e di Castiglione della Valle che hanno invitato l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti a celebrare la messa alle ore 21. Dopo il Consiglio aperto ci sarà una fiaccolata fino al Kiko che da un anno ospita le celebrazioni della parrocchia.

AUTORE: Maria Rita Valli