Duecento giovani da tutto il mondo

Onu dei giovani. Una tre giorni con assemblee e laboratori per discutere di lavoro, per 'riprendersi l'Onu' e gridare No alla guerra

Tra i tanti vessilli tricolore che sventolavano nei cieli di Assisi domenica 11 settembre c’era anche la ‘super-bandiera della pace’ ternana simbolo dell’Onu dei giovani, l’iniziativa organizzata dalla Tavola della pace e gli enti locali in contemporanea all’Onu dei popoli di Perugia. È iniziata con una poesia recitata da una ragazza colombiana e si è conclusa con un documento da presentare al prossimo vertice delle Nazioni Unite, la tre giorni ternana dei giovani, con assemblee e laboratori per discutere di lavoro e democrazia, per ‘riprendersi’ l’Onu e gridare al mondo il proprio no alla guerra e alle politiche che impediscono lo sviluppo del Sud del mondo, aumentando ogni giorno di più il divario tra ricchi e poveri e accrescendo la disperazione che sfocia tragicamente nel terrorismo. Per l’iniziativa, tra l’8 e 10 settembre a Terni sono arrivati 200 giovani da tutto il mondo, tra cui 30 ospiti internazionali, 70 volontari e rappresentanti di 50 associazioni di volontariato di tutta Italia, sia laiche che cattoliche. In particolare, la diocesi ha visto impegnate attivamente nei lavori dell’assemblea l’Agesci, le Acli e l’associazione ‘Sulla strada’ con il coordinamento dei lavori e le testimonianze degli ospiti internazionali. Intenso il programma: incontri con politici, sindacalisti e inviati di guerra (Giuliana Sgrena e Giovanna Botteri, che hanno parlato della situazione in Iraq), esponenti di associazioni impegnate contro la mafia e contro la droga, ma anche cene etniche e spettacoli di vario genere. Non solo feste, proclami e buone intenzioni: il manifesto dell’iniziativa prevede delle proposte concrete al governo italiano e all’assemblea dell’Onu, a cominciare dalla richiesta di un maggiore coinvolgimento degli enti locali e della società civile in decisioni di cui tutti pagano le conseguenze. Ma anche la modifica dei sussidi all’agricoltura e i dazi doganali, che hanno l’obiettivo di proteggere l’economia italiana – e dei paesi ricchi – a spese dei paesi in via di sviluppo, la cancellazione del debito, la legge sulla cooperazione allo sviluppo, il ritiro dall’Iraq e dalle missioni militari che violano l’articolo 11 della Costituzione e della Carta dell’Onu, la promozione dei disarmo e la riduzione delle spese militari, ma anche la maggiore centralità e democrazia alle Nazioni Unite, e ancora: cambiare in senso democratico e solidale il Fondo Monetario internazionale, la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale del commercio e sviluppare l’educazione permanente alla pace e ai diritti umani; infine, aumentare fino allo 0,7% del Pil le risorse da destinare alla cooperazione.

AUTORE: Arnaldo Casali