“È ancora possibile l’ecumenismo?”. Ne parla Enzo Bianchi

Nell'ambito di "Umbria Libri 2002"

Nell’ambito di “Umbria Libri 2002” si è svolto un incontro con Enzo Bianchi, della Comunità di Bose, sul tema “E’ ancora possibile l’ecumenismo?”. Di fatto la conferenza ed il dibattito successivo hanno travalicato l’aspetto del rapporto fra cattolici, protestanti ed ortodossi (ecumenismo), per approdare a quello fra i tre monoteismi e le altre religioni (dialogo interreligioso) ed al confronto con il mondo non credente, evidenziando spunti di approfondimento, uniti però a delle forzature ed unilateralità anche polemiche (tipo l’enfasi data solo all’anima dialogante dell’islam o all’affermazione che i cristiani sono diventati tolleranti per influsso esterno e non anche per una sofferta e graduale purificazione della memoria ed approfondimento della propria fede), che hanno dato l’impressione di una discussione “a tesi”, con una platea che è parsa applaudire a senso unico, interessata a ribadire luoghi comuni anticattolici. Enzo Bianchi anzitutto ha fatto notare come la pretesa, presente nel cristianesimo e nell’islamismo, di essere religioni a vocazione universalista, con una forte tensione missionaria, che nel corso dei secoli le ha viste espandersi in molte zone del pianeta e si è pure trasformato in ideologia, oggi è avvertita con fastidio da una cultura neopagana che, dinanzi all’unicità di Dio preferisce un politeismo che è maggiormente funzionale alla molteplicità di modelli di vita e di cultura espressi dal “pensiero debole”. Riguardo al mondo cristiano, è con l’identificazione fra potere politico e religioso a partire da Costantino, che è cresciuta la tentazione dell’intolleranza. Le tre religioni monoteiste, ha continuato Bianchi, in diversi periodi hanno conosciuto questa tentazione, anche se oggi c’è uno sforzo di avvicinamento che va sostenuto (e qui è stato ricordato non solo l’impegno dell’attuale Pontefice, ma anche, per esempio, l’intuizione profetica di La Pira per favorire il dialogo fra i popoli del Mediterraneo). Sul versante del dialogo fra cristiani, che il relatore definisce in questo momento “nella nebbia”, i problemi sono legati ai temi dell’etica, avendo il mondo protestante sposato posizioni piuttosto “liberal”, mentre con l’ortodossia c’è la difficoltà per le chiese d’oriente, sottomesse per anni al regime, di praticare un ecumenismo non più imposto dalla propaganda pacifista come era ai tempi del comunismo e di fare i conti con la modernità e con il nazionalismo. Occorre, in questo rischio di scontro fra le civiltà, evitare che le religioni divengano strumento di intolleranza. Nel successivo dibattito, fra gli spunti interessanti, c’è da ricordare la messa in guardia del cristiano dal considerare tutte le religioni uguali misconoscendo la specificità della Rivelazione cristiana, mentre invece vanno considerate come tutte tendenti alla ricerca della Verità, per cui il dialogo va incoraggiato e sostenuto, specie con quegli esponenti del mondo religioso, culturale o politico (ed ha citato come esempio le recenti elezioni politiche turche) che possono favorire la maturazione di atteggiamenti più aperti. Inoltre Bianchi, sul tema del rapporto con l’Islam, ha sottolineato con molta forza gli elementi di civiltà e di tolleranza che hanno caratterizzato la presenza dei mussulmani anche in Europa, con esempi di civiltà raffinata a livello artistico per esempio; ma forse il relatore poteva insistere di più, almeno per “par condicio”, sulle accennate persecuzioni che oggi si compiono da parte degli islamici verso i cristiani del Sudan, Nigeria, Pakistan ed in molti altri luoghi, che il relatore ha inquadrato nell’ambito della rabbia che indubbiamente cova presso molti popoli che si sentono umiliati dall’Occidente. Interessante è sembrato infine l’accenno al cristianesimo che oggi è chiamato ad approfondire sempre più le ragioni della propria fede, cercando di non scadere in una sorta di contenitore delle più diverse esperienze del sacro o di non cedere alla tentazione di un risorgente devozionalismo.

AUTORE: Luca Oliveti