È Cristo la forza della vita e la luce della consacrazione

La Giornata per la vita e la Giornata della vita religiosa in diocesi. Le parole dell'Arcivescovo nelle due occasioni

La Giornata per la vita si celebra in Italia la prima domenica di febbraio, fin dal 1978, anno in cui venne approvata la legge per l’interruzione volontaria della gravidanza, che si tentò invano di abolire nel 1981 con un referendum. Da allora la Chiesa italiana, d’intesa con le associazioni ‘pro life’, cerca di sensibilizzare i fedeli sul tema della vita umana: inviolabile dal suo concepimento alla morte naturale. Il tema del 2009 è stato ‘La forza della vita nella sofferenza’. Un argomento quanto mai attuale, date le notizie di cronaca di questi giorni: il caso Eluana in primo luogo. E proprio alla tragica vicenda della giovane friulana ha fatto riferimento l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti durante l’omelia in cattedrale: ‘La vita rimane il dono più grande anche quando si fa arduo perché si carica di sofferenza. Il caso Englaro e tanti altri simili, pur con tutta la loro drammaticità, non ci esonerano dal rispettare il lucignolo fumigante ma ancora acceso, ancora in grado di farci strada. Anzi ‘la forza della vita’ si trova anche nella sofferenza. La sofferenza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte impenetrabile: solo in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte’. Durante il sacro rito, i responsabili del Movimento per la vita hanno comunicato i risultati dell’impegno, silenzioso ma costante, in prevenzione dell’aborto, grazie al quale, nel corso del 2008 a Perugia, sono stati salvati trenta bambini. Prima della messa in cattedrale, alcune centinaia di persone, tra cui moltissimi bambini piccoli, hanno sfilato lungo corso Vannucci, cantando inni sacri. Mons. Chiaretti ha poi benedetto una statua della beata Vergine di Lourdes, collocata in una nicchia ricavata in un vecchio androne del cortile del palazzo della curia. La sacra immagine ricorderà ai posteri le apparizioni della Vergine tra i Pirenei e la consacrazione di Perugia alla Madonna, fatta dal vescovo Gioacchino Pecci, nel 1873, su invito del beato Pio IX. Festa dei religiosiIl 2 febbraio, per antica tradizione, è la festa della ‘Candelora’, termine popolare per indicare il giorno in cui in chiesa ogni fedele accende un lumino, simbolo di Cristo ‘luce per illuminare le genti’, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme. Da ventitré anni, per volere di Giovanni Paolo II, la Chiesa celebra in questo giorno la festa dei consacrati, cioè di quei fedeli, sacerdoti e laici, che con particolari voti (in genere quelli di castità, povertà e obbedienza) scelgono di dedicare la propria vita interamente al Signore e ai fratelli. Quest’anno, nonostante il maltempo, una bella schiera di religiosi, religiose e laici è convenuta in cattedrale per unirsi all’arcivescovo nel rendimento di grazie. Mons. Chiaretti ha ricordato a tutti il dovere della testimonianza cristiana, anzitutto con il comportamento della vita e poi con l’attività apostolica. ‘C’è una consacrazione fondamentale, quella battesimale, che arricchisce la nostra dignità creaturale di figli di Dio. Ma, fatti adulti, c’è per i ‘chiamati’ una consacrazione ulteriore, che consente di protenderci verso un’esistenza trasformata dall’amore di Gesù’. I religiosi a Perugia sono circa un centinaio, di cui una sessantina presbiteri. Le suore invece sono almeno quattrocento, più della metà però ‘a riposo’, data l’età avanzata. I monasteri di clausura sono cinque, di cui uno a Città della Pieve; quelli delle Clarisse hanno una bella fioritura di vocazioni. L’attività dei religiosi è orientata per lo più all’aiuto dei parroci nella pastorale parrocchiale, ma anche all’insegnamento, alla predicazione e all’assistenza ai malati. Le suore si dedicano all’educazione dei bambini, alla cura degli infermi, alla carità e all’attività pastorale. Alcune consacrate sono impegnate nel campo della comunicazione e della cultura; suor Roberta Vinerba è responsabile della pastorale diocesana.

AUTORE: Amilcare Conti