Elezioni: Puntare in alto

Editoriale

È un discorso sereno, ma pressante e accorato, quello con cui il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha aperto i lavori della sessione primaverile del Consiglio permanente della Cei, sancito com’è da un’invocazione di san Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio”. Vale anche per i temi più politici affrontati nella prolusione. Si applica all’agenda politica. Si parla della crisi, che continua a tenere in ansia le famiglie, delle questioni relative all’immigrazione, dell’aborto, alla luce delle nuove “pillole” in commercio. Questo sguardo esigente e sereno si applica anche alle imminenti scadenze elettorali, alle regionali, accompagnate anche da un turno di elezioni comunali e provinciali. Sul voto il cardinale Bagnasco esprime tre considerazioni intrecciate. La prima è l’importanza del voto, “che in nessun caso converrà trascurare”. Bisogna votare e bisogna farlo con grande consapevolezza, sui programmi e sulle persone. Ecco il secondo punto: i programmi vanno giudicati sulla base di parametri chiari ed esigenti. Il cardinale rifiuta la segmentazione e spiega che esiste una piattaforma di “valori non negoziabili”, su cui si impiantano “altri indispensabili valori”. In breve rifiuta la segmentazione (che non poca propaganda interessata corrivamente riprende) tra i valori “della vita e dell’identità” e quelli della “giustizia e della solidarietà”. Si tratta al contrario di “un complesso indivisibile di beni”. Il catalogo che ne consegue, dall’affermazione della dignità della persona alla libertà dalla malavita organizzata, è ben noto, chiaro a tutti e disegna il perimetro di una politica per il bene comune che da sempre caratterizza la dottrina sociale, le scelte elettorali e l’impegno politico. La grande scommessa è infatti proprio la capacità di fare sintesi, di tenere insieme. È questo di cui c’è grande bisogno oggi, di un “orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società”. Eppure mai come di questi tempi si misura quanto sia obiettivo difficile ed arduo. D’altra parte, non possiamo non misurarci con parametri esigenti. Lo aveva detto il Papa e il cardinale lo ripete: non esistono alibi nei comportamenti scorretti degli altri per non tenere una via retta. Ecco, allora, il terzo punto, il terzo criterio per scegliere e partecipare attivamente alle elezioni: le persone. Non possiamo transigere sulla qualità dei candidati. È lecito, è necessario, è il momento “di dover chiedere a tutti, con umiltà, di uscire dagli incatenamenti prodotti dall’egoismo e dalla ricerca esasperata del tornaconto e innalzarsi sul piano della politica vera”. Non è volere troppo, né aspettarsi troppo. Non è una visione troppo alta. Per riprendere fiducia e dunque slancio, per fare fino in fondo i conti con i cambiamenti strutturali cui necessariamente andremo incontro nell’arco di questa complessa crisi mondiale, dobbiamo puntare in alto.

AUTORE: di Francesco Bonini