Estate giovane

Con questo numero salutiamo i lettori e diamo l’appuntamento fra tre settimane. Anche noi facciamo una pausa. Abbiamo già sfornato trenta numeri, una settimana dopo l’altra, senza soste. Siamo entrati nelle case, abbiamo ragionato con molti trovandoci d’accordo, oppure confrontandoci con opinioni diverse, rimanendo in contatto e in dialogo. Dispiace solo che talvolta qualche lettore, per aver noi espresso un’opinione diversa dalla sua, tiri fuori giudizi drastici e pesanti che sentiamo di non meritare. Un giornale è un luogo di confronto e di discussione, non un ring e le cose non sono tutte bianche o nere, ma anche di colori diversi e sfumati. E comunque, i primi di settembre, ci troveremo puntuali alla ripresa e speriamo di far vedere qualche segno del rinnovamento de La Voce su cui stiamo lavorando da mesi e che dovrà manifestarsi compiutamente allo scadere del 50’anniversario del settimanale, esattamente il 13 dicembre, festa di santa Lucia. Quella, infatti, è la data con cui uscì il primo numero nel 1953. Guardando intanto a questa torrida estate, tra le tante notizie liete e tristi, purtroppo soprattutto tristi e tragiche che ci vengono martellate in televisione, vorrei segnalare una nota positiva che viene dal mondo giovanile. Forse per l’effetto della manifestazione degli scout a Monteleone di Spoleto, che ha come dato il la al coro, si è venuta evidenziando tutta una serie di iniziative, manifestazioni, incontri, pellegrinaggi, che hanno come protagonisti i giovani. A gruppi piccoli medi e di grandi numeri, con i loro educatori e guide, religiosi e semplici cristiani laici hanno dato vita a numerose attività di studio, di preghiera, di formazione, di servizio e di testimonianza. Già nelle pagine de La Voce, se ne può avere un’idea per la nostra regione. Notizie compaiono anche nei media laici, quando avviene un fatto fuori del normale, come la tragica morte del sacerdote che si è sacrificato per salvare un gruppetto dei suoi ragazzi che rischiavano l’annegamento. Più diffusamente notizie in questo settore si possono trovare nei media cattolici e nei vari siti cattolici di internet. Molto più spesso, però, non si trovano da nessuna parte, conosciuti soltanto da chi li ha vissuti, magari in una piccola parrocchia sperduta della montagna. Anche personalmente ho avuto occasione di partecipare ad un incontro di giovani provenienti da molti paesi europei di confessioni religiose diverse che hanno trascorso un periodo di confronto e di dialogo su ciò che unisce e ciò che divide i popoli. Ebbene, nello stesso paese ho incontrato il parroco che era in partenza per i boschi vicini a Vallombrosa dove c’era un gruppo di suoi ragazzi ad un campo di formazione. Un’iniziativa che merita una segnalazione, presentata ufficialmente i giorni scorsi da don Paolo Giulietti, è il pellegrinaggio dei giovani all’Adamello, denominata ‘Vette d’infinito’ che si svolgerà alla fine d’agosto (ne abbiamo parlato nel numero scorso). Insomma, una rete capillare di iniziative di giovani che non stanno fermi e potranno far camminare insieme con loro anche quella parte di società e di Chiesa che non si rassegna allo sterile lamento. Quello che conta, per questi giovani, che non siano intercettati da cattivi maestri che tentano in ogni modo di dirottarli verso i facili approdi del nulla dove si consuma la vita nella fatua accensione del desiderio senza risposta. Tali maestri esistono purtroppo e stanno vicini.

AUTORE: Elio Bromuri