Festa della beata Margherita della Metola patrona degli emarginati

Il vescovo emerito di Prato mons. Pietro Fiordelli celebra in San Domenico

Domenica 6 maggio nella chiesa di San Domenico si celebra la Festa della beata Margherita della Metola. Sarà presente mons. Pietro Fiordelli, vescovo emerito di Prato che presiederà la Messa solenne delle 11.00 e guiderà l’incontro di preghiera con tutti i malati nel pomeriggio. In questa occasione offriamo ai lettori alcune notizie sulla vita e il culto di beata Margherita. Margherita nacque l’anno 1287 nel castello della Metola, in comune di Mercatello, provincia di Pesaro-Urbino. La nascita della bambina provocò una profonda delusione nei genitori che attendevano con ansia un erede. Inoltre era venuta alla luce una creatura cieca e deforme. Chiusi nel loro dramma, fecero battezzare la figlia col nome di Margherita e la tennero nascosta alla gente, affidandola al cappellano del castello perché provvedesse a darle un’educazione. Per tutti gli altri non doveva esistere. Margherita si rivelò ben presto intelligente, vivace e bisognosa di affetto. Quando arrivò alla Metola la notizia che a Città di Castello, il beato Giacomo, morto nel 1294, operava miracoli, i genitori condussero la figliola in questa città, ma non avendo ottenuto miracolo, l’abbandonarono e se ne tornarono al loro Castello. Quale fu il dramma della fanciulla? Chi incontrò? E’ certo che, fra le persone che si occuparono di lei, ci fu una coppia di sposi, Venturino e donna Gigia, che le fecero da genitori. Ebbe modo di avvicinare la comunità dei padri domenicani e di ricevere la loro assistenza spirituale come terziaria. Poté in tal modo vivere il suo programma di preghiere, penitenza e carità, non solo verso quelli che venivano a lei, ma anche verso tanti che Margherita andava a cercare: poveri, malati, carcerati. Margherita morì a 33 anni, considerata come santa tra il popolo che la volle sepolta dentro la chiesa dei Domenicani. Dopo la sua morte le furono trovati nel cuore tre lobi con le figure della santa Famiglia. Il mistero dell’Incarnazione e della Famiglia era stato come l’essenza della sua spiritualità. La Chiesa la proclamò Beata nell’anno 1609 e ne approvò il culto nella diocesi di Città di Castello e Sant’Angelo in Vado con Mercatello e Urbania. Margherita è certamente una delle più fulgide figure della spiritualità del XIII secolo. Le diocesi di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado hanno ottenuto che la beata Margherita fosse riconosciuta come protettrice degli emarginati. E’ stata avviata la Causa di canonizzazione. In questi ultimi tempi la devozione verso la beata Margherita si sta diffondendo negli Stati Uniti d’America dove è invocata anche come protettrice della vita e da dove sono arrivati anche alcuni gruppi di pellegrini.

AUTORE: D.A.N.