Figli sepolti dalle “frane”

PAPA FRANCESCO. Le catechesi sul tema della famiglia e dei suoi problemi

separazione-divorzio-crisi-coppia-figliNell’udienza generale di mercoledì in piazza San Pietro, Papa Francesco ha portato avanti le catechesi sulla famiglia (testo completo su www.vatican.va ) riflettendo “sulle ferite che si aprono proprio all’interno della convivenza famigliare, quando cioè nella famiglia stessa ci si fa del male. La cosa più brutta!”

Si ripetono allora “parole e azioni, e omissioni, che invece di esprimere amore, lo sottraggono o, peggio ancora, lo mortificano. Quando queste ferite, che sono ancora rimediabili, vengono trascurate, si aggravano: si trasformano in prepotenza, ostilità, disprezzo”.

“Lo svuotamento dell’amore coniugale – ha proseguito – diffonde risentimento nelle relazioni. E spesso la disgregazione ‘frana’ addosso ai figli. Ecco, i figli. Vorrei soffermarmi un po’ su questo punto.

Nonostante la nostra sensibilità apparentemente evoluta, e tutte le nostre raffinate analisi psicologiche, mi domando se non ci siamo anestetizzati anche rispetto alle ferite dell’anima dei bambini. Quanto più si cerca di compensare con regali e merendine, tanto più si perde il senso delle ferite, più dolorose e profonde, dell’anima.

Parliamo molto di disturbi comportamentali, di salute psichica, di benessere del bambino, di ansia dei genitori e dei figli… ma sappiamo ancora che cos’è una ferita dell’anima?”.

“Nella famiglia – ha ribadito – tutto è legato assieme: quando la sua anima è ferita in qualche punto, l’infezione contagia tutti… Tante volte i bambini si nascondono per piangere da soli. Tante volte. Dobbiamo capire bene questo”.

Poi, in riferimento a Matteo 19,4-6: “Quando l’uomo e la donna sono diventati una sola carne, tutte le ferite e tutti gli abbandoni del papà e della mamma incidono nella carne viva dei figli”.

“È vero, d’altra parte – ha sottolineato – che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare perfino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza.

Non mancano, grazie a Dio, coloro che, sostenuti dalla fede e dall’amore per i figli, testimoniano la loro fedeltà a un legame nel quale hanno creduto, per quanto appaia impossibile farlo rivivere. Non tutti i separati però sentono questa vocazione. Non tutti riconoscono, nella solitudine, un appello del Signore rivolto a loro”.

E ha concluso: “Attorno a noi troviamo diverse famiglie in situazioni cosiddette irregolari ”, anche se – ha precisato – “a me non piace questa parola. E ci poniamo molti interrogativi: come aiutarle? Come accompagnarle? Come accompagnare [le famiglie in crisi] perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma? Chiediamo al Signore una fede grande, per guardare la realtà con lo sguardo di Dio; e una grande carità, per accostare le persone con il suo cuore misericordioso”.