Francesco sempre vivo tra i sui fratelli

Ottavo centenario di fondazione del francescanesimo: eccezionale raduno ad Assisi per rivivere 'le Stuoie'

A ottocento anni dalla loro fondazione, i figli di san Francesco hanno deciso di ritrovarsi in Assisi per vivere la bellezza della comunione fraterna e la profonda intensità di un momento irripetibile e pur, nella fedeltà creativa, ‘veramente e obbligatoriamente’ rinnovabile sull’invito dello stesso padre: ‘io ho fatto la mia parte, la vostra ve la insegni Cristo’ (FF 1.239).Un evento altamente significativo per la sua valenza spirituale quello che le Famiglie francescane del primo Ordine e del Tor hanno voluto celebrare in modo unitario: non si tratta di eleggere superiori o distribuire incarichi, quanto di porsi in ascolto dello Spirito, alla scuola di Francesco. Infatti i Francescani, in ricordo dell’8’centenario dell’approvazione della prima ‘forma di vita’ (Regola), hanno voluto riunirsi in Capitolo (riunione fraterna dove, in spirito di comunione, si verificano cammini e si assumono decisioni) e nella forma, fatte le debite differenze, primitiva: raccogliendosi sotto una tenda. Il motivo di tale riunione lo esprimono in maniera chiara i ministri generali nella lettera di convocazione: ‘Rifletteremo insieme sulla Regola che abbiamo promesso di osservare, compiremo dei gesti concreti per esprimere il nostro desiderio di conversione, ma, soprattutto, desidereremmo poter concludere questa nostra esperienza storica rinnovando la nostra obbedienza al ‘Signor Papa’ e ricevendo da lui il mandato di andare per il mondo ‘a predicare a tutti la penitenza”. Dopo 800 anni, pregna della sapiente bellezza del suo Sposo, c’è il grembo di una Chiesa-madre consapevole del fatto che ‘il soffio che Francesco e i suoi frati hanno fatto alzare continua ad animare la Chiesa e tocca tutti i cristiani e ‘tutti gli uomini di buona volontà’. Così questo centenario li riguarda tutti’ (Lettera della Conferenza della Famiglia francescana, 2006). Così, con vera gioia e trepida commozione accoglie coloro che, pronti ‘ad affrontare la sfida della rifondazione’ (ivi), diventano richiamo vivente a vivere il santo Vangelo.La Chiesa che è in Assisi, particolarmente benedetta da Dio con doni innumerevoli di santità, non può restare spettatrice passiva di un momento così importante: essa avverte la grandezza spirituale del momento ed è consapevole di essere testimone di una carisma che si rinnova e che in essa, come 800 anni or sono, trova la prima possibilità di sedimento, senza sperdersi in personalismi di affetti poco casti, di povertà dimentiche dell’originaria motivazione, di obbedienze affette da rachitismo spirituale. È questa Chiesa che, mentre avverte l’onere e l’onore di tanta maternità, apre le braccia e stende i lembi del manto che tutto riconduce a Colui che l’ha fatta sua sposa. E, come Guido abbracciò teneramente Francesco, oggi il successore di Guido, Domenico, abbraccia i suoi figli ed eredi. E sarà proprio il vescovo Domenico a presiedere la prima eucaristia dei giorni capitolari, il 15 aprile alle ore 18.30, nella basilica papale di Santa Maria degli Angeli. Eucaristia alla quale il presule ha invitato l’intera diocesi e durante la quale consegnerà ai Francescani un ampio messaggio, nella memoria dei due ‘complici nello Spirito’, chiedendo loro di continuare a seguire con rinnovato ardore Cristo povero, obbediente e casto.

AUTORE: P. Giovanni Raia