Gemelli a scuola

Sedici ragazzi di Betjala ospiti a Perugia dei loro coetanei

È la prima volta che escono dalla loro città, Betjala, vicino a Betlemme. Per loro, cristiani e musulmani di Palestina, è più facile venire in Europa che andare a Gerusalemme. Per una settimana 16 ragazzi del liceo parrocchiale di Betjala, in Palestina una delle 13 del Patriarcato latino di Gerusalemme, sono ospiti delle famiglie degli studenti del liceo Classico ‘Mariotti’ di Perugia. Sono qui grazie ad un gemellaggio attivato da don Francesco Buono tra la sua parrocchia, Castel del Piano, e il ‘Mariotti’ con la parrocchia e il liceo di Betjala’. I ragazzi tra loro parlano inglese e i gesti aiutano dove le parole si fermano. I perugini saranno ospiti dei loro ‘gemelli’ nel prossimo aprile. ‘Non vi preoccupa andare in una terra che in tv vediamo colpita dalla guerra?’. La ragazza a cui lo chiedo mi guarda come se non capisse la domanda. Il parroco di Betjala don Nidal Qatma, viene in mio aiuto: ‘La Palestina non è tutta come la vedete. Le case di questi ragazzi sono accoglienti, pulite’ Quello che manca è la libertà’. Il liceo di Bejala ha circa mille studenti dei quali il 30% musulmani e il 70% cristiani (50%Greco ortodossi, 20%cattolici). Rispecchiano la popolazione della città di 12mila abitanti. A scuola imparano a vivere insieme e non ci sono problemi. Ognuno segue l’ora della sua religione, ma una volta al mese (ogni settimana in altre scuole del Patriarcato) hanno un’ora insieme nella quale imparano a conoscersi a partire da temi comuni (esempio la terra, i profeti e altro) sui quali vedono cosa insegnano le religioni. Nel gruppo che è venuto a Perugia ci sono tre musulmani, è accompagnato da insegnanti cattolico, ortodossa e musulmano. Lunedì hanno incontrato il vescovo mons. Chiaretti. Hanno ascoltato il suo saluto, il suo invito ad impegnarsi per la pace, poi hanno espresso la loro gioia di essere qui, accolti in amicizia e amore (tutto debitamente tradotto da don Nidal) e gli hanno portato in dono ‘un rosario di Betjala’. Il dono più suggestivo è stato il canto di Maria Jeany, una splendida giovane palestinese che non senza emozione ha intonato l’Ave Maria prima in arabo e poi in italiano. Poi ‘tutti fuori per la pizza al taglio offerta dall’Arcivescovo!’ ha detto don Francesco Buono. Fino a giovedì, giorno della partenza, hanno avuto ancora tempo per scoprire questa città e la vita delle famiglie perugine.

AUTORE: Maria Rita Valli