Giornata missionaria. Il Papa: la fede, un dono da condividere

Il messaggio di Papa Francesco a tutta la Chiesa per la Giornata missionaria mondiale che si celebra il 20 ottobre

missionaria-missioniLa Giornata missionaria mondiale cade quest’anno il 20 ottobre. Papa Francesco per l’occasione ha scritto un Messaggio che, a partire dal tema, si allarga a una ampia considerazione sul significato stesso della vita della Chiesa (testo integrale su www.vatican.va).

“La fede – scrive Francesco – è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché lo possiamo conoscere e amare”. Essa tuttavia è un dono “che non è riservato a pochi, ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Ed è un dono che non si può tenere solo per se stessi, ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati… Ogni comunità è ‘adulta’ quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle ‘periferie’, soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscere Cristo”.

Il secondo punto della riflessione rimanda poi all’Anno della fede che, “a cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, è di stimolo perché l’intera Chiesa abbia una rinnovata consapevolezza della sua presenza nel mondo contemporaneo, della sua missione tra i popoli e le nazioni. La missionarietà non è solo una questione di territori geografici, ma di popoli, di culture e di singole persone, proprio perché i ‘confini’ della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna… Invito i vescovi, i presbiteri, i Consigli presbiterali e pastorali, ogni persona e gruppo responsabile nella Chiesa a dare rilievo alla dimensione missionaria nei programmi pastorali e formativi, sentendo che il proprio impegno apostolico non è completo se non contiene il proposito di rendere testimonianza a Cristo di fronte alle nazioni, di fronte a tutti i popoli”.

Terzo, il Papa fa però rilevare che “spesso l’opera di evangelizzazione trova ostacoli non solo all’esterno, ma all’interno della stessa comunità ecclesiale. A volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell’annunciare a tutti il messaggio di Cristo e nell’aiutare gli uomini del nostro tempo ad incontrarlo. A volte si pensa ancora che portare la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà. Paolo VI ha parole illuminanti al riguardo: ‘Sarebbe… un errore imporre qualcosa alla coscienza dei nostri fratelli. Ma proporre a questa coscienza la verità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che essa farà… è un omaggio a questa libertà’ (Evangelii nuntiandi, 80). Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di proporre, con rispetto, l’incontro con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo”.

La quarta considerazione si riallaccia al tema oggi onnipresente della ‘mobilità’, in tutti i sensi. “Nella nostra epoca – scrive il Papa – la mobilità diffusa e la facilità di comunicazione attraverso i new media hanno mescolato tra loro i popoli, le conoscenze, le esperienze. Per motivi di lavoro intere famiglie si spostano da un Continente all’altro… Non di rado poi, alcuni battezzati fanno scelte di vita che li conducono lontano dalla fede, rendendoli così bisognosi di una nuova evangelizzazione. A tutto ciò si aggiunge il fatto che ancora un’ampia parte dell’umanità non è stata raggiunta dalla buona notizia di Gesù Cristo”.

In tali frangenti,“si rende ancora più urgente portare con coraggio in ogni realtà il Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della sua misericordia, della sua salvezza, annuncio che la potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre del male e guidare sulla via del bene”. Ma “la Chiesa, lo ripeto ancora una volta, non è un’organizzazione assistenziale, un’impresa, una Ong, ma è una comunità di persone, animate dall’azione dello Spirito santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo e desiderano condividere questa esperienza di profonda gioia, condividere il messaggio di salvezza che il Signore ci ha portato. E’ proprio lo Spirito santo che guida la Chiesa in questo cammino”.

Infine, quinto, un invito a “tutti a farsi portatori della buona notizia di Cristo. Sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici – sempre più numerosi – che, accogliendo la chiamata del Signore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diverse. Ma vorrei anche sottolineare come le stesse giovani Chiese si stiano impegnando generosamente nell’invio di missionari alle Chiese che si trovano in difficoltà – non raramente Chiese di antica cristianità – portando così la freschezza e l’entusiasmo con cui esse vivano la fede che rinnova la vita e dona speranza… Faccio appello a quanti avvertono tale chiamata a corrispondere generosamente alla voce dello Spirito, secondo il proprio stato di vita, e a non aver paura dì essere generosi con il Signore”.

In concusione, “esorto i missionari e le missionarie, specialmente i presbiteri fidei donum e i laici, a vivere con gioia il loro prezioso servizio nelle Chiese a cui sono inviati, e a portare la loro gioia e la loro esperienza alle Chiese da cui provengono… Essi possono diventare una via per una sorta di ‘restituzione’ della fede, portando la freschezza delle giovani Chiese, affinché le Chiese di antica cristianità ritrovino l’entusiasmo e la gioia di condividere la fede in uno scambio che è arricchimento reciproco nel cammino di sequela del Signore”.

AUTORE: M. A.