Giovani, conoscete voi stessi con la fede

Riflessioni di mons. Ceccobelli sulla cultura odierna e sui danni che produce nelle nuove generazioni

Il rapporto dei giovani con la Chiesa e, più in generale, le problematiche giovanili: sono state le tematiche affrontate dal vescovo mons. Mario Ceccobelli poco prima di partire per la Bolivia in visita alla parrocchia Santiago de Huata, al confine con il Perù, sul lago Titicaca dove opera don Leonardo Giannelli, a nome e per mandato della diocesi eugubina. Ne sono venute fuori considerazioni interessanti, che proponiamo ai nostri lettori. Spesso si parla della difficoltà dei giovani di oggi di accostarsi alla Chiesa, ai sacramenti. Quale ritiene essere il principale ostacolo all’accesso alla fede? ‘I giovani devono essere istruiti, formati. Soprattutto per prepararsi a ricevere i sacramenti bisogna essere consapevoli di quello che si riceve. Innanzitutto, deve esserci la fede e, questa, non è scontata. C’è un cammino, un percorso che va fatto. Solo a quel punto, quando si è risposto alla chiamata della fede, si capisce che i sacramenti sono il cibo necessario per conservarla. È la cultura contemporanea, comunque, che in qualche modo ostacola la fede, perché propone modelli, un modo di vivere molto immediato, istintivo. La fede, invece, richiede impegno, introspezione, conoscere se stessi, il saper rispondere agli interrogativi di fondo che sono nel cuore dell’uomo. Il problema è che oggi i giovani (in larga parte) non si interrogano più e vivono nell’immediato, quasi istintivamente. Questo è l’ostacolo più grosso a mio parere’. L’imperativo di tanta parte del mondo giovanile sembra essere diventato: ‘Vietato vietare’, nel senso che non si riconoscono più limiti. Ci si può ritrovare in questa affermazione? ‘Questo rientra nella cultura contemporanea. Oggi non ci sono più dogmi, non ci sono più divieti. C’è l’esaltazione della libertà, intesa come soddisfacimento dei propri istinti, quindi pare non esserci più nessun imperativo morale. Tutto quello che si sente bello e gradevole può essere fatto. Le persone, i giovani che vivono dentro questo vuoto, questo mondo, hanno perciò difficoltà oggettive. Ma i giovani e tutti quelli che vivono dentro questa cultura dell’immediato, dell’istintivo non sono felici’. Ci vorrebbe forse un ritorno a quelle ‘dieci parole’ (i dieci comandamenti) che Dio ci lasciò per impostare la nostra vita in modo corretto? ‘Senza dubbio. E se i giovani cercano la vera felicità e la pienezza della gioia, della vita, questa non può essere trovata lontano da Dio. È lui l’autore della vita; è lui che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza e l’uomo sente istintivamente dentro di sé questa attrattiva di Dio, anche se molte volte soffoca questo richiamo interiore; ma solo lì si può trovare la vera felicità e il pieno appagamento!’

AUTORE: Fabrizio Ciocchetti