Giovedì santo mons. Grandoni ha fatto un bilancio del suo ministero

Il giorno del compimento del suo 75'anno di età ha consegnato la sua lettera pastorale di congedo

La celebrazione della messa crismale è per una diocesi un momento molto importante. Quest’anno per la nostra Chiesa di Orvieto-Todi assume un significato molto particolare. Il nostro vescovo mons. Decio Lucio Grandoni, compie 75 anni, il 17 aprile, Giovedì santo. Pertanto secondo le disposizioni della Chiesa ha dato le dimissioni da Vescovo di Orvieto-Todi. Durante la Messa crismale, celebrata mercoledì 16 nella Cattedrale a Orvieto, il Vescovo ci ha consegnato la sua ultima lettera pastorale, che ha intitolato: “Lettera pastorale di congedo”. La lettera si apre con un forte appello a conoscere la fede ricevuta: “Nell’apprestarmi a consegnare questa Santa Chiesa particolare di Orvieto-Todi al mio successore, rivolgo un forte appello ai suoi figli perché vogliano e sappiano conservare intatta l’adesione alla Fede cristiana cattolica, che circa 1830 anni fa giunse tra noi da Roma lungo la via fluviale del Tevere, le strade consolari Flaminia e Cassia”. Lo scritto per nulla formale, fa trasparire tutta la dedizione e l’amore di un pastore per la sua Chiesa, emergono tanti ricordi, gioie e sofferenze. Scrive il presule: “Ho celebrato le esequie di sessanta sacerdoti, sempre con grande dolore ma con una ferma Fede nella Vita Eterna (…). Nella certezza che il Signore non abbandona mai la sua Chiesa. E’ per questa certezza che ho potuto lavorare serenamente pure in presenza di un estendersi e approfondirsi continuo della secolarizzazione e di una frana morale (…): la mia speranza – che è certezza – sta nel signore Gesù che disse agli apostoli: non vi lascerò orfani (…) Ho potuto ordinare 17 sacerdoti, 15 diaconi, di cui uno è prossimo presbitero (…) Ho promosso l’istituzione di numerosi ministri laici (…) Ho lavorato per l’attuazione del Concilio Vaticano II”. E’ chiaro che leggendo la lettera si ripercorre tutto il cambiamento epocale che hanno subito le nostre antiche comunità cristiane. Mons. Grandoni è stato ordinato Vescovo il 3 settembre del 1972, per ventotto mesi fino al 1975. E’ stato ausiliare del vescovo di Foligno-Assisi-Nocera e Gualdo. Dal 1975 Vescovo di Orvieto e Todi. Dal 1976, dopo l’unione delle due diocesi, vescovo di Orvieto-Todi fino a oggi. Mons. Grandoni nella lettera ricorda il lavoro compiuto per unire effettivamente le due Chiese di Orvieto e di Todi. Ha promosso e portato a termine il Sinodo diocesano, che iniziato nel 1991, si è concluso nel 1999. Il primo della Chiesa di Orvieto-Todi. In un passaggio molto toccante il Vescovo scrivendo della disposizione che prevede le dimissioni a 75 anni si esprime in questo modo: “Il rinnovamento dei vertici della Chiesa è una grazia del Signore. Occorrono energie nuove (…). Per questo ritengo che la legge che chiede ai vescovi di dare le dimissioni quando raggiungono il 75’anno di età, è una legge opportuna, che io accetto con disciplina e serenità, anche se non manca il dolore per una grande separazione (…). E avrò molto tempo per pregare per la Chiesa cattolica e per la Chiesa particolare di Orvieto-Todi: la preghiera è infatti una attività fondamentale per il Vescovo”. A questo punto vi è un ricordo particolare per la missione di Fusche Arrez in Albania, che mons. Grandoni ha fortemente voluto realizzare, e dove si è recato tante volte, alla quale ha donato la nuova chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giuseppe, che in questi giorni si sta ultimando. Affiorano, nello scritto, tanti avvenimenti come le visite dei papi alla diocesi durante il suo lungo episcopato. Nel 1976 Paolo VI a Bolsena, nel 1981 Giovanni Paolo II a Collevalenza e Todi, nel 1990 Giovanni Paolo II a Orvieto. Nella lettera emergono tanti sentimenti come quando scrive: “Ho provato anche dei dispiaceri (…). Ho perdonato di cuore sempre chi mi ha fatto soffrire. E ora chiedo perdono a tutti per le mie mancanze (…)”.Infine nel ringraziare il Signore, ricorda la bellezza della Cattedrale di Orvieto: “gioia per gli occhi e per il cuore”, un vero catechismo per il popolo. Ricorda anche la concattedrale di Todi nella quale ha ricevuto: “il battesimo, la cresima, l’ordinazione presbiterale e episcopale. In essa, se possibile, desidero essere sepolto, nella tomba che l’arguzia del carissimo e veneratissimo mons. Alfonso Maria de Santis ha voluto chiamare ‘la seconda casa dei vescovi'”. La lettera si conclude con la Benedizione e un triplice: “grazie! grazie! grazie!” Una bella lettera, dove emerge il cuore del pastore che per tanti anni ha servito questa porzione del popolo di Dio che è nella diocesi di Orvieto-Todi.

AUTORE: Marcello Cruciani