“Gluten free” per non-celiaci

Oggi una riflessione su un tema curioso. Tutti, almeno per sentito dire, conosciamo la celiachia, una malattia congenita e cronica: l’intolleranza al glutine presente nella farina del grano, del mais e di molti altri cereali, ma non nel riso né in tutti gli altri alimenti. Non esistono medicine, ma basta che il paziente eviti gli alimenti che contengono glutine. Sembra facile, soprattutto in Paesi come la Cina e il Giappone dove l’alimento base è il riso. Più complicato in Italia, dove rinunciare a pane, pasta e pizza significa mettersi ai margini della società civile. Ma c’è chi ci pensa: ci sono ditte che preparano e vendono (beninteso, a prezzo maggiorato) i piatti tipici della dieta mediterranea, garantiti però “liberi da glutine”. Qual è la notizia curiosa? Che i tre quarti della gente che compra e consuma questi alimenti speciali non soffre di celiachia. Qui si svela il rapporto perverso che ai nostri tempi si ha con il cibo. Se ne consuma, o meglio se ne compra sempre di più (la quantità di cibo che finisce in pattumiera è impressionante) anche a rischio di diabete, obesità, eccetera; tutti parlano di ricette, anche in televisione. Nello stesso tempo, c’è l’ossessione per il cibo “sano”, per cui appena si sa che una cosa a qualcuno fa male, smettono di mangiarla anche gli altri, senza pensare che, se a quello fa male, è perché è malato di suo. Chi paga un sovrapprezzo per acquistare un cibo per lui inutile, ma “sano”, si sente gratificato psicologicamente. È il meccanismo tipico della civiltà dei consumi, che ci spinge a comprare cose di cui in realtà non abbiamo affatto bisogno, nella continua illusione che possedere quella cosa, quel cibo, quel gadget migliorerà la nostra vita per i prossimi dieci minuti. Questo succede nei Paesi “ricchi” che spendono, sprecano e ammucchiano rifiuti. Nel resto del mondo la gente muore di fame (vera), di malattie (vere), di povertà (vera). Non può durare così in eterno. Ci penserà il Califfato a svegliarci? Forse l’argomento non è poi così leggero come sembrava.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani