Ha vinto la ragione

I risultati del referendum sulla fecondazione assistita nei comuni della diocesi

Oggi sembra facile, trascorsi alcuni giorni dal referendum sulla procreazione assistita, fare una riflessione su quanto è accaduto, per quel che ci riguarda, nelle città fino ai comuni più piccoli compresi nel territorio della diocesi di Orvieto-Todi. La scorsa settimana, sentendo anche Chiara Andreucci, presidente del Movimento per la Vita di Todi, che ha promosso la campagna per l’astensione nell’ambito del comitato ‘Scienza e Vita’, un simile risultato non sembrava del tutto scontato, anche se sperato. Fino all’ultimo giorno utile, in molte zone della diocesi, è durata infatti la campagna del MpV che promuoveva l’astensione, con mobilitazione di tante persone che hanno aderito spontaneamente al movimento anti-referendario. Anche le aggregazioni laicali della diocesi riunite nella Consulta, come a dire i laici più impegnati, hanno fatto proprie le ragioni dell’astensione, diffondendo un comunicato stampa che, per volere del Vescovo diocesano è stato diffuso e letto in tutte le chiese delle parrocchie della diocesi, suscitando anche qualche polemica che ha additato l’ingerenza della Chiesa nelle coscienze dei fedeli. A fronte di un dato nazionale di partecipazione alla consultazione referendaria pari al 25,5% ed uno riferito alla Regione Umbria nella sua globalità del 29,75%, si sono registrati risultati diversi nella zona tuderte rispetto a quella orvietana. Partendo dalle realtà urbane più grandi, ci si accorge che Orvieto ha superato la media nazionale attestandosi ad una partecipazione popolare del 37%, mentre in altri comuni della zona, come Parrano, hanno votato il 36,9 % degli aventi diritto, a Castel Viscardo il 33,2%, a Ficulle il 32,6%, a Montegabbione il 35,1%, a Porano il 34%, a Baschi il 30%, fino ad arrivare alla punta del 40% degli elettori ad Allerona. Sono stati raggiunti risultati più bassi nei comuni del circondario tuderte, molto al di sotto della media regionale, come nel caso di Todi, dove i votanti non hanno superato il 21,6% ed ha fatto sorprendere la scarsa presa che sugli elettori sembra aver avuto il sindaco Marini che personalmente in numerosi incontri pubblici e tavole rotonde in giro per il territorio ha sostenuto le ragioni del ‘sì’. Unica eccezione il Comune di Fratta Todina, dove ha votato il 32% degli elettori, a fronte di altri risultati, come la partecipazione del 20,5% a Massa Martana, del 23,5% ad Acquasparta, Montecastrilli con il 23% e Collazzone col 21,8%.

AUTORE: Francesca Carnevalini