I diversi volti dell’11 Settembre

Contrastanti e del tutto attuali gli avvenimenti evocati dalla data dell’11 settembre che riporta irrimediabilmente davanti agli occhi il tragico scenario dell’attacco alle Torri gemelle di New York … È l’11 settembre 2001. Molti vorrebbero cancellarlo dalla lavagna della memoria. Ma quella data non è scritta con il gesso. Il sangue degli innocenti non cessa di gridare come quello di Abele e si aggiunge al coro di tutte le vittime della violenza. L’ultima, un ambasciatore inerme ucciso nell’assalto all’ambasciata americana in Libia. Violenza di religiosi musulmani esaltati difensori di una fede offesa da un film americano offensivo di Maometto. Ciò sta a dire che dal 2001 ad oggi non si nota un progresso sul fronte del rispetto vicendevole, della mutua tolleranza religiosa e del dialogo.

Per contrasto, si può e si deve ricordare che la data dell’11 settembre riporta alla mente altri eventi positivi: quello del 1962, quando Giovanni XXIII con un radiomessaggio annunciò imminente il Concilio Vaticano II. “La grande aspettazione del Concilio ecumenico, ad un mese di distanza dal suo inizio ufficiale, splende negli occhi e nei cuori di tutti i figli della Chiesa cattolica, santa e benedetta”. È un messaggio di gioia e insieme di speranza tipicamente “giovannea”, nel quale il Pontefice applicava alla Chiesa l’acclamazione che la liturgia del Sabato santo rivolge al cero di nuovo acceso, simbolo di Cristo risorto. Prosegue Papa Giovanni: “Che è mai infatti un Concilio ecumenico se non il rinnovarsi di questo incontro del volto di Gesù risorto, re glorioso e immortale, radiante per tutta la Chiesa, a salute, a letizia e a splendore delle genti umane?”. Da questa domanda sorge la constatazione che il mondo ha bisogno di Cristo ed è “la Chiesa che deve portare Cristo al mondo” mediante un rinnovamento dell’evangelizzazione. L’interesse per l’umanità fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa, che pertanto deve farsi carico dei travagli e dei problemi per i quali il mondo cerca, “talora con angoscia”, una soluzione. E che dire – aggiunse – “dei rapporti tra Chiesa e società civile? Viviamo in faccia ad un mondo politico nuovo. Uno dei diritti fondamentali cui la Chiesa non può rinunciare è quello della libertà religiosa, che non è soltanto libertà di culto. Questa libertà la Chiesa rivendica e insegna, e per essa continua a soffrire in molti Paesi pene angosciose”. E ancora: “Di fronte ai Paesi sottosviluppati la Chiesa si presenta quale è, e vuol essere, come la Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri”. La speranza viene dall’evento ecumenico ormai prossimo. “Il Concilio – auspica Papa Roncalli – vorrà esaltare, in forme più sacre e solenni, le applicazioni più profonde della fraternità e dell’amore, che sono esigenze naturali dell’uomo”

L’altro 11 settembre che ci interessa mettere in evidenza è di pochi giorni fa: la conclusione a Sarajevo dell’incontro interreligioso “Uomini e religioni” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Noi, cittadini umbri, fedeli laici e pastori, stiamo dentro a questa storia e a questa esperienza di speranze e di pace iniziata ad Assisi il 27 ottobre 1986 per iniziativa provvidenziale e profetica di quel Papa, Giovanni Paolo II, che non solo è “beato” dichiarato tale dalla Chiesa cattolica, ma vero annunziatore e operatore di pace per il nuovo millennio e come tale riconosciuto da tutte le nazioni e religioni del mondo. Avendo “ereditato” la prima Giornata mondiale di preghiera delle religioni del mondo per la pace, siamo chiamati a diffondere e consolidare nella coscienza di uomini e popoli lo “spirito di Assisi”. Deve essere per noi un impegno e una responsabilità a vivere insieme uniti per il nostro futuro e saldamente ancorati ai principi e valori della comprensione, della collaborazione e del dialogo.

L’11 settembre, comunque coniugato, dovremo tenerlo presente, perché in quella data – e in ogni possibile data – può succedere tutto e il suo contrario. Dipende solo dagli uomini e dalle donne che vivono nei ritmi e nei rischi del tempo.

AUTORE: Elio Bromuri