La Chiesa umbra guarda al futuro. Al suo futuro. E lo fa a partire dai preti, da quegli uomini che un giorno hanno deciso di dedicare tutta la loro vita a Dio nel Ministero sacerdotale “come fedeli cooperatori dell’ordine dei Vescovi nel servizio del popolo di Dio, sotto la guida dello Spirito santo”. Così promettono al proprio vescovo nel giorno dell’ordinazione. In Umbria ci sono 540 preti diocesani incardinati nelle otto diocesi. Come fare per capire quale sarà la situazione delle Chiese umbre nel prossimo futuro? Basta sapere quanti preti ci saranno e che età avranno?
La Commissione presbiterale regionale ha scelto di fare una indagine approfondita, non su tutto il clero ma sui preti diocesani incardinati che sono stati ordinati negli ultimi quindici anni o, come si dice in gergo, hanno da 0 a 15 anni di messa. Una scelta fatta non per escludere tutti gli altri ma perchè questi preti saranno il nucleo stabile e attivo del clero che nei prossimi quindici anni avrà in mano l’Umbria.
Per questo non sono compresi neppure i religiosi, che sono in costante mobilità secondo le esigenze dei rispettivi Ordini, e i preti temporaneamente presenti in diocesi. La Commissione, organismo di studio a servizio della Conferenza episcopale in cui è rappresentato il clero delle otto diocesi umbre, si è data il compito di presentare ai vescovi un quadro globale della situazione del clero in una regione grande come territorio ma piccola come abitanti, in cui ogni vescovo conosce bene la realtà della propria diocesi ma non quella delle altre.
I preti sono in sofferenza, e lo sono anche le Chiese, basti pensare a come la mancanza di parroci porti sempre più spesso all’accorpamento o all’unione pastorale di più parrocchie con esperienze più o meno felici, ma sempre difficili nella loro novità di collaborazione tra preti. Capire le caratteristiche, le difficoltà, capacità, chance, di questa fascia di preti permette di proiettarsi sul futuro dell’Umbria. Così hanno pensato nella Commissione presbiterale che ha deciso di affrontare la questione a partire da una indagine sociologica, preparata con l’aiuto di Luca Diotallevi, il sociologo che ha già condotto una indagine sui sacerdoti diocesani in Italia, pubblicata nel 2005 con il titolo “La parabola del clero”. La prima fase dell’indagine è già conclusa. Quasi tutti i 114 preti da 0 a 15 anni di messa hanno risposto ad un articolato questionario i cui risultati hanno già avuto una prima elaborazione. Ora è iniziata una seconda fase che si potrebbe definire “qualitativa”. Giovedì 4 novembre quegli stessi preti sono stati invitati ad una giornata di lavoro per approfondire e discutere i risultati dell’indagine.
L’incontro si è tenuto al Seminario regionale di Assisi e dopo la presentazione dei dati da parte di Luca Diotallevi, divisi in gruppi di studio, hanno potuto confrontarsi sui dati emersi dalla ricerca.
“Vogliamo capire le situazioni di sofferenze, fatiche, speranze che registriamo e vogliamo capire come affrontarle” spiega il presidente della Commissione presbiterale, mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno e delegato Ceu per il clero. Dall’indagine, aggiunge mons. Sigismondi, “ci si attende indicazioni su tre versanti, quello della formazione che i preti ricevono in Seminario, quello delle relazioni del singolo prete nel e con il presbiterio e quello delle unità pastorali”.
La riflessione sul futuro della Chiesa in Umbria coinvolgerà tutte le sue componenti. La Commissione presbiterale ha già avviato un lavoro sul diaconato permanente, che ha registrato un crescente aumento di vocazioni, e inoltre aggiunge mons. Sigismondi che è anche delegato Ceu per il laicato “i vescovi hanno pensato anche di ricostituire la Commissione regionale per il laicato”.