Idea per l’Ast: la “public company”

Mentre proseguono le proteste, ecco la proposta di Progetto Terni, Terni oltre, Il Giacinto
La delegazione di 150 lavoratori delle acciaierie di Terni durante la manifestazione a Bruxelles
La delegazione di 150 lavoratori delle acciaierie di Terni durante la manifestazione a Bruxelles

Non si ferma la protesta dei lavoratori dell’Acciai speciali Terni, in sciopero da oltre due settimane, mentre cresce la preoccupazione per ciò che potrà accadere dopo la presa di posizione dell’azienda, che ha bloccato il pagamento degli stipendi di ottobre fin quando sarà in atto lo sciopero. La decisione di proseguire nella protesta è arrivata al termine dell’ennesima assemblea dei lavoratori, dai toni piuttosto accesi, dove si è condivisa la necessità – manifestata dai sindacati territoriali – di continuare a mettere in cantiere azioni di lotta fino al prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico.

Dopo la manifestazione davanti all’ambasciata tedesca a Roma, la vicenda dell’acciaieria è approdata a Bruxelles, dove una delegazione di 150 lavoratori ha manifestato le proprie ragioni davanti al Parlamento Ue, incontrando alcuni europarlamentari per chiarire loro quella che è la situazione attuale delle acciaierie, sollecitando una risoluzione per il mantenimento delle produzioni di acciaio di alta qualità presenti a Terni, riconoscendole nella loro strategicità per l’economia italiana ed europea.

Intanto, si ipotizzano soluzioni alternative per l’acciaieria, tra le quali una nuova definizione dell’assetto societario attraverso lo strumento della public company ad azionariato diffuso e popolare, proposta formulata da Progetto Terni, Terni oltre, Il Giacinto – Alleanza e rinascita

“L’azienda – spiegano in una nota i tre gruppi – negli ultimi tre anni, è stata oggetto del contendere da parte di due multinazionali, Outokumpu e ThyssenKrupp, e della incapacità della Commissione europea di individuare le strategie idonee a salvaguardare, all’interno del contesto europeo, il sito produttivo. La public company è la risposta che un intero territorio vuol dare al Governo, mettendosi nuovamente in gioco e investendo non solo a difesa della ‘propria fabbrica’ ma di un intero settore industriale strategico per l’intero Paese.

Vuole essere anche una sfida alla stessa ThyssenKrupp sul versante di un’assunzione di responsabilità nel definire insieme tutte le azioni tese a rilanciare e consolidare il ruolo produttivo dell’Ast. Potrà così essere attivato il Fondo strategico italiano come operatore istituzionale che acquisisce quote prevalentemente di minoranza in imprese di rilevante interesse nazionale, un possibile intervento diretto da parte dello Stato. L’ipotesi è anche quella della costituzione di una nuova società, Tas – Terni acciai speciali e fucinati spa. Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil hanno dato vita ad un comitato “Solidarietà vertenza Ast” per raccogliere fondi volontari per sostenere le diverse iniziative con conto corrente presso la Unipol filiale n. 103 di Terni.

AUTORE: Elisabetta Lomoro