Idolatrie dell’oggi

Nella nostra società - ha sottolineato Alici - la questione non è tanto l’ateismo, cioè la mancanza di fede, quanto le “patologie del credere”

Riflettere sulle ragioni della propria fede e proporre a tutti, credenti e non credenti, momenti di formazione e confronto, è certamente il motore che ha spinto l’Azione cattolica di Todi ad organizzare, all’inizio del nuovo anno associativo, il ciclo di incontri dal titolo “Credere oggi. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. La domanda dell’evangelista Luca fa da filo conduttore agli appuntamenti che, ogni due settimane, si svolgono presso la sala dell’Episcopio di Todi. La proposta, per gli ospiti e per gli argomenti trattati, è rivolta ad un target molto ampio: fede, ragione, filosofia e rapporto con il mondo contemporaneo. Molto interessante e partecipato è stato l’incontro che ha aperto, il 24 ottobre, il ciclo di “Credere oggi”: davanti ad un pubblico eterogeneo di giovani ed adulti, il prof. Luigi Alici ha presentato il suo ultimo libro, dal titolo Cielo di plastica. L’eclissi dell’infinito nell’epoca delle idolatrie. Oltre ad una predilezione spontanea per Alici, che è stato presidente nazionale dell’Azione cattolica nel triennio 2005-2008, quello che è stato apprezzato da tutti è stato il fatto che a parlare di questioni spesso riservate a teologi e filosofi, sia stato non l’Alici cattedratico, ma l’uomo credente che si interroga sul ruolo della fede nella nostra società e sulle insidie dell’idolatria, anzi delle idolatrie, che la attraversano e la segnano. Il suo Cieli di plastica che, tra l’altro, ha vinto il Premio “Capri – San Michele” 2009, analizza i pericoli legati alla creazione e proliferazione idolatrica: il Piacere, l’Avere, l’Apparire, ma anche la stessa Libertà o l’Amore di sé che possono diventare paradisi artificiali che fanno soccombere la fede e le ideologie. Come diceva Alici, oggi la questione principale non è l’ateismo, cioè la mancanza di fede, ma le “patologie del credere”, in un contesto generale che “più che negare il Cielo, ha la tentazione di ricrearlo sulla terra. Una tentazione che possiamo correre tutti: il credere non è una variabile facoltativa, di cui avrebbe il monopolio l’uomo religioso, ma appartiene allo statuto elementare dell’umano, costantemente in bilico fra cielo e terra”. Sabato 7 novembre, poi, è stata la volta di padre Remo Piccolomini. Il religioso agostiniano è direttore della Biblioteca Agostiniana, autore di numerose pubblicazioni di notevole spessore culturale e pastorale. Padre Remo, con i suoi ottanta anni ma con una dialettica e un entusiasmo contagioso, ha saputo intrattenere il pubblico su un argomento molto attuale: la fede e la ragione, in modo particolare nell’esperienza di sant’Agostino. La fede che non contraddice la ragione dell’uomo e non è nemica della scienza. Purtroppo – ha sostenuto il relatore – viviamo in un’epoca dove si diffonde, sospinta dai media, la diceria di un insanabile contrasto tra la ragione, la scienza e le motivazioni della fede. C’è una “ignoranza” diffusa tra molti presunti sapienti riguardo a tutto questo, che molto spesso è anche frutto di cattiva fede. Padre Remo ha coinvolto i presenti con il suo lucido interloquire, dando a tutti una sensazione molto positiva della grandezza della ragione quando si coniuga con la fede. Al termine vari interventi hanno approfondito le argomentazioni addotte dal relatore. Il prossimo incontro è previsto per il 26 novembre, sempre alle ore 17, con la presenza di padre Luigi Mezzadri, prete della missione di San Vincenzo de Paoli, insigne storico, insegnante alla Pontificia università gregoriana e assistente nazionale dei gruppi di volontariato vincenziano. Mezzadri tratterà il tema della fede e la carità. Infine per uno di questi incontri ha dato la sua disponibilità il filosofo Dario Antiseri, che svolgerà una relazione su “Credere dopo il pensiero filosofico del XX secolo”.

AUTORE: Francesca CarnevaliniDon Marcello Cruciani