II incontro del gruppo Meic dell’Umbria: relatore padre Alessandro Cortesi

Si è svolto domenica 16, presso il Convento di San Francesco a Monteluco di Spoleto il II incontro regionale dei gruppi dell’Umbria. L’incontro è stato organizzato dal gruppo Meic di Foligno, il cui presidente Alvaro Bucci è stato di recente rieletto delegato regionale. All’incontro hanno partecipato aderenti e simpatizzanti dei tre gruppi operanti in Umbria: Foligno, Perugia e Terni. Erano presenti inoltre il presidente del gruppo di Perugia e consigliere nazionale Carlo Cirotto, la vice delegata regionale Anna Iorio e la neo eletta consigliera nazionale Annarita Caponera, entrambe del gruppo di Perugia, nonché il presidente del gruppo di Terni Giancarlo Castellani. Presenti anche gli assistenti mons. Elio Bromuri, del gruppo di Perugia, e mons. Gianni Colasanti, del gruppo di Terni.Il programma dell’incontro ha avuto come momento centrale una riflessione dell’aiuto assistente nazionale padre Alessandro Cortesi sul documento dei vescovi italiani “Comunicare in un mondo che cambia”. Nel corso della sua esposizione, il relatore ha esordito con un’ampia analisi dei tratti fondamentali della società moderna individuando quattro “direttrici” del mondo che cambia. La prima direttrice è da ravvisare nella categoria della modernità, modernità caratterizzata da un agnosticismo diffuso e da un secolarismo che si traducono nel vivere come se Dio non ci fosse, come emarginazione della domanda religiosa. La seconda direttrice è la critica postmoderna nei confronti della ragione totalizzante e poi totalitaria; possiamo cogliere all’interno di questa categoria il bisogno di “reincarnamento” nei termini del ritorno del sacro o dell’irrazionalità. Una terza grande direttrice è la globalizzazione e le sue bugie, nel senso che è una globalizzazione che di fatto interessa una parte minima del mondo. Una quarta direttrice è la dimensione della violenza come attitudine nella quale vive gran parte del mondo, per cui l’esperienza della guerra sembra essere diventata un modo per risolvere ogni divergenza. Dall’analisi precedente, padre Alessandro Cortesi ha tratto alcuni interrogativi per addivenire ad una fede adulta, pensata e pensante, interrogativi conseguenti ad altrettante provocazioni derivanti dalle culture del mondo contemporaneo che ci dovrebbero indurre a più attente riflessioni, dal rifiuto del pensiero totalizzante per arrivare ad una responsabilità che ponga al centro la “prossimità” del buon samaritano e, infine, dalle stesse religioni soprattutto in rapporto alla domanda di Dio, che per i cristiani passa attraverso la vita di Gesù. Queste in sostanza, le indicazioni per “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” che emergono dall’esposizione di padre Alessandro: la prima è la questione della prossimità, cioè far diventare prossimo, vicino anche colui che ancora non lo è; la seconda è quella di essere una comunità eucaristica e, da ultimo, una comunità battesimale; una comunità eucaristica che richiami una condizione di vita originale e sia istanza di condivisione, di ripensamento della propria vita insieme; una comunità battesimale che ponga la questione di una vita trasformata, di un nuovo modo di intendere la vita.