Il “Bes” è meglio del Pil per misurare la qualità della vita

L'Istat ha deciso di misurare il “benessere equo-sostenibile” sulla base di 134 indicatori. Tra le città analizzate anche Perugia e Terni. I dati del Rapporto Urbes

gente-donneSi moltiplicano in questi ultimi anni i convegni in cui economisti e sociologi ragionano su metodi di “misurazione del benessere” in grado di integrare il Pil, quel Prodotto Interno Lordo che, come diceva Robert Kennedy, “misura tutto tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta”.

Dal 2011 l’Istat, guidata dall’ex ministro Enrico Giovannini, ha coniato il “Bes”, acronimo di “benessere equo-sostenibile”, sperimentando dapprima nella provincia di Pesaro-Urbino e poi in 29 capoluoghi italiani (tra cui tutte le città metropolitane) la misurazione di 134 indicatori che analizzano 12 dimensioni del vivere urbano: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi.

Con il Rapporto UrBes 2015, pubblicato il 23 aprile scorso (con dati nella maggior parte aggiornati a fine 2013), anche Perugia e Terni, per il secondo anno consecutivo, sono state inserite tra le città del progetto UrBes. La misurazione non si presta a parzialità “politiche”, in quanto gli indicatori vengono misurati dalle Amministrazioni comunali e provinciali con la stretta supervisione dell’Istat, e la finalità non è la composizione di graduatorie ma la misurazione del miglioramento o peggioramento delle suddette dimensioni del benessere.

La rete delle città coinvolte comprende 14 città metropolitane (Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) e altri 15 Comuni (Brescia, Bolzano, Verona, Trieste, Parma, Reggio Emilia, Cesena, Forlì, Livorno, Prato, Perugia, Terni, Pesaro, Potenza, Catanzaro). Tutte le tavole relative alle singole città possono essere scaricate in pdf dal sito www.istat.it/urbes2015.

IL “BES” A PERUGIA

Salute. Dal 2004 al 2013 si è assistito a un aumento della speranza di vita: per gli uomini è passato da 79,3 anni a 80,5 anni, mentre per le donne da 84,7 anni a 85,9 anni. In diminuzione il tasso di mortalità per tumore nella popolazione maschile, che nel 2011 è stato tra i più bassi in Italia, e della mortalità infantile, il cui tasso è poco oltre la metà di quello nazionale (30,9).

Lavoro. Dal 2009 la provincia di Perugia ha visto calare il tasso di occupazione delle persone tra 20 e 64 anni di età. Resiste comunque una soddisfacente situazione economica, confermata dal reddito pro capite che, con oltre 18.000 euro, ha superato nel 2012 la media nazionale. A Perugia solo il 27,4% di contribuenti dichiara redditi inferiori a 10.000 euro, e solo il 4,6% dei residenti vive in famiglie senza occupati.

Relazioni sociali. In crescita il settore del volontariato, la cui presenza nel territorio comunale aumenta nel decennio 2001-2011 da 73,1 a 85,6 per 10.000 abitanti.

Sicurezza. Rispetto al 2011, gli omicidi denunciati sono triplicati, passando da 0,4 a 1,2 ogni 100.000 abitanti. I furti in abitazione sono in aumento, assumendo un valore maggiore al resto del Paese. In diminuzione le rapine, da 48 a 43,4 ogni 100.000 abitanti.

Raccolta differenziata. Nel periodo 2004-2012 nella provincia di Perugia la percentuale di rifiuti urbani interessati dalla raccolta differenziata ha mostrato un andamento crescente di anno in anno, con una marcata accelerazione nell’ultimo biennio. Questa modalità di raccolta è cresciuta di quasi due volte e mezzo, posizionando la provincia tra quelle più virtuose.

Qualità dell’aria. Nel corso dell’ultimo decennio Perugia ha visto un decremento dei giorni di superamento del limite di Pm10 (da 57 giorni nel 2004 a 28 giorni nel 2013), nonostante un elevato numero di automobili.

Mobilità urbana. Il tempo dedicato alla mobilità delle persone che si spostano per studio o lavoro all’interno del Comune è contenuto, attestandosi su valori pari a 19,6 minuti, in linea con provincia e regione.

Cultura. Nel 2012 Perugia offre solo 1,2 biblioteche pubbliche ogni 100.000 abitanti, frequentate da poche persone (in media 15,4 utenti ogni 100 abitanti). La diffusa presenza in città di musei e monumenti – il doppio della media italiana – ha un numero di visitatori non altrettanto significativo, rimanendo al di sotto della media nazionale.

IL “BES” A TERNI

Salute. I ternani hanno una speranza di vita pari a 79,8 anni per i maschi e 84 per le femmine. Negli ultimi anni si sta assistendo a un aumento della mortalità degli ultra 65enni per malattie del sistema nervoso.

Lavoro. I ternani e gli umbri hanno un titolo di studio mediamente più elevato rispetto al resto d’Italia. Purtroppo ciò non incide sulla situazione lavorativa, che a Terni appare peggiorata negli ultimi cinque anni. Dagli indicatori sul reddito risulta però che le famiglie ternane hanno retto meglio all’impatto della crisi, potendo contare nel 2012 su un reddito medio di 16.256 euro.

Relazioni sociali. In città il volontariato ha avuto un incremento, passando da 50,2 a 67,3 ogni 10.000 abitanti, valore ben oltre il dato nazionale.

Sicurezza. I mutamenti demografici e il protrarsi della crisi hanno reso la città meno sicura e determinato un incremento delle denunce. Basta guardare i furti nelle abitazioni: se nel 2009 si sono rilevate 220,9 denunce per 100.000 abitanti, nel 2012 queste sono passate a 531,8, con un incremento del 141%.

Raccolta differenziata. Nonostante le politiche di sensibilizzazione dei cittadini e l’aumento della percentuale di rifiuti differenziati (da 25,1% a 33,3%), questa rimane molto al di sotto della media umbra.

Qualità dell’aria. La situazione dell’inquinamento acustico e dell’aria non è favorevole; Terni in entrambi i casi si colloca ben al di sopra della media nazionale e regionale. Per quanto riguarda i giorni di superamento del limite previsto per il Pm10, il dato è migliorato, passando da 70 nel 2010 a 63 del 2013.

Mobilità urbana. Gli studenti e i lavoratori impiegano meno tempo dei residenti nel resto d’Italia per gli spostamenti. La conformazione pianeggiante del territorio favorisce gli spostamenti in bicicletta, che viene utilizzata da un buon numero di residenti, ma le piste ciclabili sul territorio comunale sono scarse e inalterate negli ultimi cinque anni.

Cultura. Sebbene le aree intorno alla città siano ricche di paesaggi e storia, Terni rispetto all’Umbria si colloca su livelli modesti sia per quanto riguarda la presenza di musei e monumenti sia per il numero di visitatori. Infatti, rispetto al dato nazionale – pari a 407,5 visitatori per 10.000 abitanti – la città ne conta soltanto 44,7.

AUTORE: Pierpaolo Bellucci