Il borsellino è vuoto

Tanti richiedono la 'social card' ma per molti non funziona...

Il Governo, per bocca del ministro Renato Brunetta, adesso vuole l’eliminazione della carta dai pubblici uffici entro il 2012. Però c’è un’altra ‘carta’ che non va mica tanto bene: è la ‘carta acquisti’, la cosiddetta social card, pensata dal ministro Giulio Tremonti proprio insieme ai colleghi Brunetta e Sacconi. Almeno stando a ciò che accade in Umbria. Secondo dati ministeriali, nella regione ci sarebbero state 3.700 richieste di ‘social card’ e oltre 2.700 ricariche. I mille cittadini ‘non ricaricati’ non avrebbero avuto ‘i requisti reddituali previsti o avrebbero commesso errori o omissioni nella compilazione della domanda alle Poste e all’Inps’. Il dato delle carte ricaricate in Umbria non viene confermato dall’Agenzia regionale delle entrate, a Perugia, che afferma di non possederlo, in quanto ‘Roma effettua direttamente le ricariche’. L’ufficio statistico regionale dell’Inps fa poi sapere che loro acquisiscono solo le domande dei cittadini, senza poi conoscerne l’esito. ‘In molti sono venuti da noi a richiedere la social card – dice un funzionario – ma poi in centinaia sono tornati per inveire contro l’Inps: si erano recati nei supermercati a fare acquisti, ma le cassiere facevano puntualmente notare che la loro carta acquisti era senza soldi’. Oggi, in Italia, sarebbero funzionanti circa 400 mila social card, ancora secondo fonti ministeriali. La social card appare, dunque, soprattutto come l’ennesima mossa vincente, a livello di comunicazione, del governo di Silvio Berlusconi. ‘In moltissimi sono venuti a chiederci informazioni per averla. Ma a Perugia, come Caf-Acli, ne abbiamo ottenute veramente poche di carte acquisti – afferma la coordinatrice dell’area fiscale, Michela Tibidò. – Al massimo 30 e, se aggiungo pure qualche suora, priva di reddito e di immobili, forse sfioriamo le 50. In realtà, i margini per ottenere la social card sono davvero strettissimi (ad esempio: non si devono possedere oltre 15 mila euro o una casa priva di pertinenze, come un garage, ndr). Il fatto è che, a fronte di una grande attesa – conclude Tibidò -, sono state ricaricate pochissime social card’. A Città di Castello, Manuela Meocci è responsabile del patronato Inca-Cgil: ‘Abbiamo fatto una verifica preventiva su circa 300 persone povere, che abitualmente si rivolgono a noi: appena in 10 avevano tutti i requisiti per ottenere la carta acquisti. Però molta gente arriva ancora da noi e continua a chiedere informazioni sulla social card, anche perché nel territorio di Città di Castello vivono attualmente oltre 1.500 cassa integrati e la disoccupazione è aumentata del 51 per cento solo negli ultimi tre mesi’.

AUTORE: Paolo Giovannelli