Il cardinal Bassetti a Bartolomeo I: “Rafforziamo sempre più l’amicizia e l’amore che lega le nostre comunità”

 

Riportiamo di seguito il testo integrale del cardinale Gualtiero Bassetti, in occasione della visita a Perugia del patriarca Bartolomeo I

«Santità, con grande gioia le porgo il benvenuto in questa antica cattedrale dedicata al diacono-martire Lorenzo, cuore della vita religiosa dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, custode di molte reliquie dei santi martiri, specie dei patroni Costanzo ed Ercolano. Essi sono il patrimonio comune delle nostre Chiese, come lo sono i martiri della nostra epoca e come il loro sangue “è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così anche la condivisione delle sofferenze quotidiane – di tanti nostri fratelli – può essere uno strumento efficace di unità” (Dichiarazione comune, 2014).

Nella presente circostanza, è stato esposto anche il Sant’Anello, memoriale dello sposalizio della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe. Esso è stato collocato ai piedi della venerata immagine della Madonna delle Grazie, patrona di questa Diocesi.

Insieme a Lei, Santità, desidero salutare la distinta delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, i metropoliti: Gennadios d’Italia, Emanuele di Francia e Atenagora del Belgio, tutti i Vescovi umbri, i sacerdoti ortodossi e cattolici qui convenuti, i consacrati, le autorità civili e militari e il popolo santo di Dio.

Sono grato a Vostra Santità di aver accettato l’invito ad un incontro di preghiera, qui nella nostra cattedrale, in occasione della Sua venuta a Perugia per ricevere la laurea Honoris Causa presso l’Università per gli Stranieri. Tale evento si colloca accanto a quello di dimensione internazionale intitolato: “Sete di pace”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane, che si tiene in questi giorni ad Assisi, in ricordo del XXX Anniversario della grande Giornata mondiale di Preghiera per la Pace, indetta il 27 ottobre 1986 dal venerato pontefice san Giovanni Paolo II.

Fu un evento eccezionale, ove storia e profezia si unirono per prefigurare un mondo libero dalle guerre, dalle violenze e dalla paura del diverso.

Alla vigilia di quell’evento, san Giovanni Paolo II fu a Perugia e in questa cattedrale. Parlando al clero e al popolo convenuto, egli prefigurò lo scenario futuro di questa Chiesa locale, chiamata da Dio “ad evangelizzare il mondo dentro il quale si trova storicamente a vivere, per affrontare la nuova evangelizzazione delle future generazioni”.

Perugia, Santità, è da sempre un crocevia di popoli e di culture, un luogo di incontro di giovani di tutto il mondo, che qui giungono per motivi di studio o di lavoro. Per i giovani studenti stranieri, molti dei quali provenienti dalla Grecia, dall’Europa dell’Est o dal Medio Oriente, tantissimi appartenenti alla Chiesa ortodossa, hanno trovato nella Chiesa perugina la loro seconda comunità di fede.

Piace qui ricordare l’opera culturale e l’intensa attività ecumenica del compianto sacerdote mons. Elio Bromuri, che si è speso per tutta la vita a favore del dialogo interreligioso e della fraterna accoglienza, fondando anche il Centro Ecumenico San Martino e l’Ostello della Gioventù.

In spirito di fratellanza, il mio predecessore, l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, d’intesa con Sua Eminenza il Metropolita Gennadios, ha concesso la chiesa di Santa Croce, divenuta ormai il luogo di preghiera e di incontro della comunità ortodossa di Perugia.

Anche questo è un frutto dell’amicizia e dell’amore che lega le nostre comunità cristiane e che, con l’aiuto di Dio, speriamo di rafforzare sempre di più, seguendo anche l’esempio di Papa Francesco e di Vostra Santità, che domani tornerete ad incontrarvi nella città di Assisi, per rafforzare i vincoli di carità tra le nostre Chiese e incontrare uomini di fede e cultura di diverse provenienze etniche, sociali e religiose.

Santità, rinnovandole il benvenuto a Perugia, e ringraziandola per la vicinanza spirituale che ha voluto manifestare al popolo italiano in occasione del tragico terremoto del 24 agosto scorso, che ha ferito anche la nostra terra umbra, la prego di accogliere l’abbraccio fraterno e devoto di tutta la comunità diocesana e di presiedere questa breve ma intensa liturgia ecumenica.

Il Signore Gesù, che ha pregato per l’unità di tutti i suoi discepoli, ci conceda la grazia di camminare sempre di più sulla via della sua santa volontà, perché il mondo creda che Egli è l’inviato del Padre, “la stella radiosa del mattino”, il Salvatore del mondo».