Il Consigliere regionale Sebastiani (Udc) critica la scelta della Giunta di allargare anche alle coppie di fatto i contributi per l’acquisto della prima casa

Prima casa. A chi vanno i soldi?

Buone notizie. Il Governo istituisce un fondo per il sostegno alla natalità e all’acquisto della prima casa per le famiglie di nuova costituzione (Finanziaria 2003 approvata nel dicembre 2002), e all’Umbria spetta un milione di euro. La Giunta regionale decide di aggiungervi di suo un altro milione e il quattro febbraio 2004 adotta la delibera presentata dall’assessore all’edilizia residenziale e pubblica Danilo Monelli (Rifondazione comunista). Sono definite le procedure per l’assegnazione dei fondi a coppie formate da persone con meno di trenta anni. Ma qui arriva la sorpresa. Leggi la delibera e scopri che alla voce ‘coppie di nuova costituzione’ accanto a coloro che si sono sposati (in Chiesa o in Comune) dopo il 31 dicembre 2002 e entro la data di emanazione del bando, sono comprese anche le coppie di fatto ovvero ‘due soggetti inseriti nel medesimo nucleo anagrafico che non hanno rapporti di parentela tra loro’. Potrebbero essere due persone, anche dello stesso sesso, che hanno semplicemente la stessa residenza, perchè nulla di più è richiesto all’anagrafe comunale per essere iscritti nello stesso ‘stato di famiglia’ che, nonostante il nome, della famiglia ormai non rappresenta più nulla. Seconda sorpresa. Al primo punto della delibera è stabilito che il contributo è concesso solo a coppie residenti nei comuni definiti (dalla stessa Giunta nel maggio 2003) ad ‘alta densità abitativa’, e sono Amelia, Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Narni, Orvieto, Perugia, Spoleto, Terni, Todi, Umbertide. Le risorse sono poche per cui si è cercato di concentrare gli aiuti là dove il mercato della casa è più difficile, spiegano all’assessorato regionale. Ma se i soldi sono pochi perchè allargare alle coppie non sposate? Terza sorpresa. Leggi i punteggi e i criteri per la formazione degli elenchi e scopri che viene data la precedenza al luogo ove si trova l’immobile (5 punti se nel centro storico) piuttosto che ai figli a carico o alla diminuita capacità lavorativa di uno o entrambi nella coppia (solo 2 punti). È un bando per i centri storici o per aiutare le famiglie? Tanto è bastato ad Enrico Sebastiani, il consigliere regionale dell’Udc per presentare una mozione in Consiglio regionale sulla delibera contestata nel merito e nella forma. “Altre Regioni, come la Toscana e l’Emilia Romagna – afferma il Consigliere – hanno fatto leggi apposite e bandi regionali. Se ci fosse stato un confronto i requisiti per l’accesso ai contributi sarebbero stati diversi e meglio avrebbero soddisfatto le esigenze dei cittadini. Si è trattato di una grave mancanza di sensibilità istituzionale nei confronti delle funzioni e del ruolo del consiglio regionale”. Per Sebastiani “la Giunta, con la sua scellerata decisione non ha tenuto in alcuna considerazione le finalità della legge, non ha sostenuto la natalità e tantomeno ha realizzato una politica sociale di aiuto alla famiglia, mentre è riuscita a determinare ancor più iniquità e discriminazioni”.La delibera è passata in Giunta senza discussione poichè questa è la prassi, e non è dato sapere se e fino a che punto gli assessori presenti (la presidente era assente) Bocci, Girolamini, Riommi e Rosi, oltre a Monelli, sanno cosa hanno votato. Perchè se ne discute quindici giorni dopo l’approvazione? “Perchè questi sono i tempi di trasmissione degli atti di Giunta in Consiglio regionale” spiega Sebastiani, “prima non è dato sapere se non dalla stampa”.

AUTORE: Maria Rita Valli