Il diritto a fuggire dalle guerre

In Umbria 70 punti di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo.

L’Associazione nazionale Comuni italiani dell’Umbria ha promosso nell’ambito del progetto ‘Il diritto di essere in Umbria’ una due-giorni dedicata alle misure di integrazione nei confronti dei rifugiati. Il corso di formazione su Afghanistan ed Eritrea, rivolto ad operatori del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e degli Sportelli stranieri / cittadinanza di alcuni Comuni umbri, è stato organizzato al fine di garantire agli operatori del settore una conoscenza approfondita delle realtà extracomunitarie con le quali si trovano a dover lavorare quotidianamente. In Italia è la legge 189/2002 riguardante il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che li tutela, e sono gli enti locali a prestare i servizi finalizzati all’accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e degli stranieri destinatari di altre forme di protezione umanitaria. Mentre all’Anci è affidato il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali. I motivi che spingono queste persone a lasciare il loro Paese sono diversi, ma il più frequente è la situazione di guerra in cui vivono. Ed è proprio la loro insostenibile condizione di vita che li spinge a scappare e a chiedere aiuto agli Stati esteri, come l’Italia. Dai numeri dell’accoglienza provenienti dal compendio statistico dello Sprar relativo al 2007 risulta che in Italia sono stati accolti 6.284 rifugiati; di questi il 73% erano maschi, il 23% femmine. I loro Paesi d’origine erano: Eritrea (21,3%), Afghanistan (12%), Etiopia (8%), Costa D’Avorio (5%). Diversi sono stati i progetti promossi in Umbria. A Perugia, Todi e Narni sono stati realizzati progetti territoriali ordinari finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, mentre a Terni il progetto territoriale per le categorie vulnerabili cofinanziato dal Fondo europeo per i rifugiati. Nel cuore verde d’Italia, l’anno scorso, sono stati predisposti 71 punti di accoglienza nei Comuni dove risiedevano circa 125 extracomunitari, richiedenti asilo. Decidere quanti stranieri ospitare nei propri centri di accoglienza spetta all’autorità comunale. Attualmente, nel capoluogo umbro sono presenti 27 cittadini extracomunitari che stanno partecipando alle attività organizzate, in merito al progetto del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, dalla cooperativa sociale ‘Perusia’ che si occupa e gestisce il centro di prima accoglienza per immigrati. Dal 2001 ad oggi, la cooperativa sociale perugina ha ospitato nel suo centro oltre 160 richiedenti asilo. ‘La maggior parte di loro ‘ spiega Stefania Cavalaglio, referente progetto Sprar Comune di Perugia ‘ rimane per sei mesi, anche se questo non è un periodo sufficiente per riuscire a integrarsi con la nostra società’. I cittadini stranieri, salvo qualche sporadica eccezione, arrivano in Italia senza conoscere la lingua italiana; perciò, oltre ad abituarsi al diverso modo di vivere, si devono impegnare nell’apprendimento dell’italiano, oltre che partecipare alle attività di integrazione organizzate dai centri di accoglienza.

AUTORE: Elena Pescucci