Il futuro del centro storico

Intervista all’assessore al Turismo e commercio della città di Orvieto

Per esaminare in modo approfondito e completo la situazione attuale dei diversi settori economici nei maggiori centri della nostra diocesi, dopo il focus sulla crisi nel mondo agricolo e industriale, è necessario porre l’attenzione su un altro elemento centrale nel mercato locale: il commercio. Inutile dire che in questo contesto di contrazione generalizzata dell’economia, anche il mondo dei pubblici esercenti riceve influssi negativi, i quali ricadono inevitabilmente su quelli di altri ambiti lavorativi. Nella cittadina di Orvieto, come in altre, “il commercio non brilla ormai da 4 o 5 anni”, spiega l’assessore comunale al Turismo e commercio Marco Sciarra, addirittura “le associazioni di categoria dicono che ormai c’è assoluta mancanza di liquidità anche per l’ordinaria amministrazione quotidiana, come pagare i fornitori”. Per cui si è generato un “giro vizioso di fondo, nel quale gli esercenti devono chiedere credito agli istituti bancari non per investire, ma per andare avanti ogni giorno”. A monte, secondo l’assessore, ci sarebbero delle “scelte precise fatte già diversi anni fa ad Orvieto, ovvero puntare sullo slow food”, cioè la promozione e la difesa delle tradizioni locali enogastronomiche, nell’ottica del pasto visto come un piacere. Per questo, nella cittadina umbra “no ad alcune categorie commerciali, quali i fast food e la grande distribuzione dei centri commerciali, che invece, da qualche anno, vanno di moda e sono stati insediati in diversi centri della regione”. Con la crisi, infatti, “è il piccolo negozio a soffrire, perché si cerca il prodotto a buon mercato indipendentemente dalla qualità”, sostiene l’assessore. A livello scientifico, tale situazione è stata fotografata nel progetto “Osservatorio regionale prezzi”, presentato nel novembre 2009, che, studiando la misura dell’inflazione e la percezione da parte dei cittadini dei livelli dei prezzi nelle città umbre, vede Orvieto come una delle più care, almeno nel confronto con Todi e Narni riguardo i prezzi della prima colazione a casa e al pranzo. Tuttavia, anche la “via particolare” scelta per Orvieto “può portare vantaggi a lungo termine – continua Sciarra – perché il centro storico potrà diventare centro commerciale naturale, considerato che ha, più o meno, le dimensioni di tale struttura, dove il visitatore trova prodotti di ogni tipo e di qualità. E’ necessario per questo un rilancio dell’artigianato e degli altri prodotti locali”. Un rilancio che potrà velocizzarsi con l’intervento del “city manager, una figura regionale nuova, che organizzerà lo sviluppo commerciale urbano, per una maggiore qualità”. Per quanto riguarda poi l’area del turismo, connessa strettamente a quella del commercio, l’assessore orvietano rileva che “ad Orvieto, secondo statistiche di questi giorni, c’è stato un calo negli hotel superiore alla media nazionale”, ma più che scoraggiarsi lo stesso nota che “c’è stato uno spostamento verso il turismo fai-da-te, perché andiamo benissimo nell’extralberghiero, come gli agriturismi e i “bed and breakfast”.

AUTORE: Margherita Idolatri