Il futuro in un guscio di noce

l'editoriale

Con questo numero diciamo buone vacanze ai lettori e ci prendiamo una pausa di tre settimane. Saremo da voi il prossimo venerdì 28 agosto. Non ci permettiamo di fare raccomandazioni o prediche. Tutti sappiamo sbagliare da soli. Ma non possiamo avvertire, pensando e scrivendo ‘ad alta voce’, il disagio di una società, di una cultura, di una politica e di uno stile di vita che suscitano forme di irritazione anche cutanea. Per dire che si sente a fior di pelle la forzatura di parole, gesti, leggi, costumi che risultano dominanti sulla scena del mondo, del grande mondo e del piccolo mondo antico e nuovo. Faccio un esempio solo per spiegare il pensiero. Domani 8 agosto entra in vigore la legge sulla sicurezza che consente ai comuni di allestire delle ronde per controllare il territorio e prevenire la delinquenza. Alcuni ritengono che sia una legge giusta e che farà diminuire il numero dei delitti e della delinquenza in generale. Altri ritengono che sia una legge pericolosa che potrebbe favorire abusi e contrasti tra cittadini ed aumentare la conflittualità sociale. Ci asteniamo da un giudizio di merito. Potrebbe veramente esserci un’urgenza sociale. Potrebbe anche essere un uso politico funzionale al consenso di cittadini prima impauriti attraverso i mass media e poi rassicurati ad arte attraverso una legge. In ambedue i casi si dovrebbe concordare che è una legge non di civiltà, ma di necessità, non di crescita e sviluppo culturale, ma in certo modo regressiva, sia pure necessaria, perché significa che la società va indietro: prima i soldati per le vie delle città, poi le ronde, poi… Non è questa la via dell’evoluzione progressiva della civiltà. Una legge di questo tipo non dovrebbe considerarsi una vittoria. Vittoria vera è quella che segna la maturazione delle coscienze che passa attraverso l’istruzione e l’educazione. Essere formati nella propria personalità ed essere ben informati sulla realtà che ci circonda. Il processo evolutivo dell’uomo va nella direzione dell’interiorità, della presa di coscienza, che comporta senso di responsabilità, capacità di dominio di sé e delle ‘passioni ingannatrici’, gusto di ciò che è buono e bello, stile di moderazione e sobrietà. Il materialismo pratico che domina da New York a Pechino, invece, pretende che siano premiati gli uomini più ricchi, i più potenti, i vincenti, gli scaltri, sempre presenti sulla scena, i protagonisti, gli efficienti, che si possono permettere tutto e farlo anche sapere. Questa cultura, per di più, pretende di essere in regola con il cristianesimo, pur coltivando valori e prospettive che non hanno neppure vagamente alcun sapore di vangelo. In questo ragionamento la sicurezza, importante condizione della vita sociale, è solo uno stimolo alla riflessione, che potrebbe avere per titolo: ‘delusi dalla coscienza ci affidiamo sempre più alla vigilanza’. Il nostro impegno giornalistico si pone nel solco del dialogo con le persone che ci leggono suggerendo e accogliendo spunti di pensiero, offrendo notizie che non si trovano altrove, e, come si dice, non fanno notizia e non hanno peso per i grandi media dei grandi gruppi del potere mediatico mondiale. Per questo siamo e preferiamo essere un ‘guscio di noce’, secondo la definizione di un sociologo della comunicazione. Un guscio che resiste al vento variabile e capriccioso delle mode e si sforza di offrire qualcosa di semplice e autentico a chi è disposto ad aprirlo, magari con un certo sforzo. La nostra sfida è che il guscio non sia vuoto. Ai lettori di aprirlo e giudicare. Buone vacanze, comunque e dovunque le facciate.

AUTORE: Elio Bromuri