Il Giubileo e… il traffico

Tra pochi giorni – dicono – la città di Roma sarà invasa dai cantieri per sistemazioni stradali e altre opere necessarie in vista dei milioni di pellegrini attesi per il Giubileo. Ma c’è chi non è contento perché dice che il Giubileo è un’idea del Vaticano, e quindi tutte le spese e le responsabilità dovrebbero essere a suo carico.

Per la verità, è dal Medioevo, prima ancora che Bonifacio VIII indicesse il primo Giubileo per l’anno 1300, che la prima industria dei romani è l’ospitalità dei pellegrini, che allora si chiamavano “romei”. Quindi, se la vogliamo mettere su questo piano, è normale che la città di Roma e i suoi abitanti “investano” in questa industria.

Avranno il loro “ritorno”, stiano tranquilli. Del resto, si tratta di opere che la città dovrebbe avere da un pezzo, anche senza pellegrinaggi giubilari. Parlando più seriamente, va detto che, quando Papa Francesco ha indetto il Giubileo della Misericordia, tutto aveva in mente, meno che portare milioni di pellegrini a Roma.

Nel cristianesimo il pellegrinaggio – a Roma, a Gerusalemme, a Compostela -, lo abbiamo detto, è un’antica tradizione, ma non è stato mai un precetto come lo è nell’islam. È vero però che in passato la Chiesa legava il pellegrinaggio alle indulgenze, e ciò caratterizzava le celebrazioni dell’Anno santo (nei miei ricordi di bambino c’è quello del 1950, con le visite “obbligatorie” a sette basiliche romane) ma dottrinalmente è sempre stato chiaro che ciò che conta – non solo nell’Anno santo, ma sempre – è la conversione del cuore, la penitenza, la carità verso il prossimo.

Di questo parla Francesco, e questo si può, anzi si deve fare, anche senza muoversi da casa. Anche il gesto simbolico di passare per la “porta santa” – che non va vissuto come un rito magico ma come un segno esteriore della conversione interiore, e solo in questo senso vale – chi vorrà farlo potrà farlo, come già nel 2000, nella propria cattedrale o in un santuario del suo paese.

Buttare sul Papa e sul Vaticano le colpe del caos del traffico di Roma e della disorganizzazione dei servizi pubblici è solo una polemica meschina.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani