Il Mistero viandante tra noi

Celebrazione del Corpus Domini con la tradizionale Marcia della fede Bolsena-Orvieto

La solennità del Corpus Domini, la nostra festa diocesana per antonomasia, si è aperta con la recita dei primi vespri da parte dei partecipanti alla tradizionale Marcia della fede, a Bolsena, davanti all’altare del miracolo eucaristico. “Creare una mentalità eucaristica, fare della nostra vita un’eucarestia, renderci conto che solo l’eucarestia può essere la soluzione ai nostri problemi, anche quelli legati alla crisi economica”: così ha esordito il nostro Vescovo nella veglia di preghiera, nella basilica di S. Cristina. E ha ribadito l’inscindibile binomio eucarestia – carità, a cui si aggiunge un altro elemento strettamente connesso che è il sacerdozio, come hanno avuto modo di riflettere i pellegrini con le meditazioni e le preghiere che li hanno accompagnati durante l’antico tragitto Bolsena-Orvieto, percorso quasi 750 anni fa dal vescovo Giacomo e da una moltitudine di fedeli che portavano processionalmente ad Orvieto, dove risiedeva papa Urbano IV, il sacro Corporale macchiato con il sangue del miracolo. La marcia si è conclusa domenica mattina con l’accoglienza solenne da parte del Vescovo e di molti orvietani sul sagrato del duomo. Mons. Scanavino ha ripetuto un gesto tipico degli antichi pellegrinaggi lavando i piedi di alcuni partecipanti e ha guidato i ragazzi stanchi, ma altrettanto contenti, in cattedrale, facendoli segnare con l’acqua benedetta in ricordo del battesimo. Ad aprire questa simbolica processione è stato appunto mons. Scanavino, mentre teneva per mano due ragazzi, una di Todi e l’altro di Orvieto. Prima che tutti prendessero posto per la tradizionale ostensione del Corporale, alle 6 del mattino, e la seguente messa, abbiamo chiesto a due ragazzi, Sara e Marco, alcune impressioni. “Lavare i piedi a dei pellegrini – ha detto Marco – e accompagnare in duomo dei ragazzi come un padre sono dei gesti significativi, soprattutto quando a compierli è il Vescovo, sono azioni profetiche di una Chiesa tartassata mediaticamente, e non solo, come è quella di questo periodo”. E insieme a Sara ha aggiunto: “Nella notte poi abbiamo vissuto l’agitazione, l’emozione e, crediamo, soprattutto la fede della gente di Bolsena che tanti anni fa ha portato per questa strada il Corporale ad Orvieto. Volevamo dare un peso alla nostra piccola vita di cristiani: è bello quando sai il perché e l’obiettivo che ti ha mosso”. Alle 9 poi il solenne pontificale presieduto dal card. Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, e concelebrata, oltre che dal nostro Vescovo, dai presbiteri della diocesi e da molti altri preti ospiti, alcuni dei quali formatori dei numerosissimi studenti dei vari Collegi romani convenuti anch’essi per questa occasione. Al termine della celebrazione, si è snodata per le vie di Orvieto la processione eucaristica con il Santissimo Sacramento esposto sopra il reliquiario del Corporale, il tutto preceduto dal tradizionale corteo storico, con quattrocento figuranti, voluto e realizzato per la prima volta più di mezzo secolo fa dal vescovo mons. Francesco Pieri e dal genio artistico di Lea Pacini. La preghiera durante la processione è stata impreziosita dalla lettura di alcuni stralci degli ultimi documenti pontifici sull’eucarestia, che hanno fatto eco un po’ anche all’omelia del card. Rodé. Dopo aver infatti ricordato, meditando le parole del Lauda, Sion di Tommaso d’Aquino, l’istituzione della festa del Corpus Domini avvenuta ad Orvieto per volontà di Urbano IV con la bolla Transiturus de hoc mundo, datata 11 agosto 1264, in seguito al miracolo di Bolsena (come ha ricordato, tra l’altro il Santo Padre nell’udienza generale del 2 giugno scorso), il Cardinale aveva aggiunto: “Oggi è il giorno della contemplazione del Mistero… In un gesto estremo di tenerezza, Dio ha voluto rimanere con gli uomini, restando con noi, ascoltando le nostre richieste e rafforzandoci nelle nostre tribolazioni, diventando il pane dei figli, l’alimento dei forti, la passione dei santi… Oggi per noi, ancora una volta il Mistero si fa vicino, si fa viandante nelle nostre strade: vogliamo farlo immergere di nuovo nel cuore del mondo per fargli sentire da vicino l’urgenza della sua rinnovata presenza tra noi, perché irradi sulla Chiesa e sul mondo il suo amore”. Momento solenne è stato vissuto nel pomeriggio, a Bolsena, con la celebrazione della santa messa e la processione eucaristica, nella quale viene portato anche il reliquiario con la sacra Pietra macchiata dal sangue del miracolo. Sempre più suggestiva e meravigliosa l’artistica infiorata che ha segnato il tracciato del religioso corteo, realizzata con cura e passione dagli abitanti della cittadina lacustre e dei paesi limitrofi. A presiedere la celebrazione eucaristica, insieme al nostro Vescovo, è stato il card. Silvano Piovanelli, vescovo emerito di Firenze. “Sono interiormente stupito e commosso – ha detto nell’omelia- , grato a tutti voi, perché grazie alla vostra devozione date aiuto alla mia fede… Di solito il nostro sentimento davanti all’eucarestia è di adorazione, esultanza, quasi di confusione, perché ci si vorrebbe fermare più a lungo a pregare e invece siamo presi da mille cose… Allora bisogna credere di più per crescere nella speranza e nell’amore”. Parafrasando poi Davide Maria Turoldo, ha sottolineato come l’eucarestia sia la cosa più “sovversiva” nel mondo, perché da essa nasce l’unità della Chiesa, e ha augurato a tutti i fedeli che l’eucarestia possa diventare la misura, lo stampo della nostra vita. Un augurio, che spesso, ha confidato, gli è sorto dopo la lettura della Vita del piccolo san Placido, quand’era vicerettore del Seminario di Firenze. Il libro concludeva: “Te felice, Placido, perché la tua vita è stata tutta una messa e la messa è stata tutta la tua vita”.

AUTORE: Danilo Innocenzi