Il nostro grazie

Il compimento del 25’anno di pontificato di Giovanni Paolo II, oltre ad essere avvenimento piuttosto raro nella lunga storia dei papi, è soprattutto evento straordinario per la Chiesa e per la stessa umanità. In ogni parte del mondo, in ogni chiesa, piccola o grande, ovunque viva un discepolo di Cristo, si innalzerà una preghiera di ringraziamento e di implorazione. Tutti dobbiamo immensa gratitudine a questo grande Pontefice, innamorato di Dio e dell’uomo. Ha saputo coniugare la fermezza nel proporre la dottrina della fede cattolica, incurante delle critiche interne ed esterne, con il coraggio di promuovere iniziative straordinarie e imprevedibili, come gli incontri interreligiosi di Assisi, dove ha invitato i credenti, in nome di un unico Dio, a operare uniti per la pace, la giustizia, la solidarietà e la fraternità. La fedeltà a Dio e all’uomo, che in realtà è un’unica fedeltà, ha accompagnato tutti i giorni del pontificato di Giovanni Paolo II. Ci ha dato l’esempio di chi sa dare tutto, senza tenere nulla per sé. Preparato attraverso lunghe difficoltà e sofferenze, una volta eletto all’immensa responsabilità di Pastore della Chiesa universale, ci ha dato prima la testimonianza dell’uomo forte, deciso e coraggioso – guardarlo era già motivo di fiducia e di speranza – e poi quella di colui che porta la Croce, senza paura di mostrare le ferite del corpo e il peso degli anni, indifferente agli occhi crudeli e spietati delle televisioni, distinguendosi da quanto usano fare spesso i potenti del mondo, pronto a spendere, in unione a Cristo Crocifisso, ogni sua forza per il bene della Chiesa e dell’umanità, fino all’ultimo istante della sua vita. In lui non si possono non ammirare la grandezza del magistero, il coraggio della verità, l’amore smisurato e confidente nella Vergine maria, l’ardente passione per il bene di tutti, il tenace impegno per la pace. Ha esercitato il suo lungo ministero in un periodo particolarmente difficile della storia. Le enormi trasformazioni hanno inciso profondamente nella mentalità e nel costume dei popoli e delle singole persone. In qualche modo tutto è cambiato e tutto continua a cambiare. Non è facile in questa situazione tenere con fermezza e lungimiranza il timone di una nave che è continuamente sbattuta da venti impetuosi e ostili. Anche dai non credenti è considerato un grande, forse il più grande del nostro tempo. In realtà ha inciso profondamente sulle vicende del XX secolo, contribuendo a cambiare la geografia del mondo, risolvendo la pericolosa contrapposizione dei due blocchi contrapposti, favorendo il ritorno alla libertà di popoli schiavizzati, e ha fatto tutto questo, non cadendo nelle strettoie delle posizioni politiche, ma lasciandosi condurre dal Vangelo e da una visione religiosa della vita. E’ stato tutto di Cristo, della Chiesa e dell’umanità, così come ha indicato fin dall’inizio nel suo stemma pontificale. Noi umbri gli dobbiamo particolare gratitudine non solo perché ha visitato quasi tutto il territorio della Regione ma anche perché ha fatto di Assisi la sede privilegiata per la ricerca dell’unità delle chiese cristiane, il luogo della fraternità e della solidarietà per tutti i credenti e uomini di buona volontà, l’altare universale in cui invocare il prezioso dono della pace.

AUTORE: ' Sergio Goretti