Il Pdl sceglie Fiammetta Modena, mentre il Pd, dopo un’altra settimana di litigi, va alle primarie il 7 febbraio per scegliere il candidato tra Catiuscia Marini e Gianpiero Bocci. In questo contesto, di grande confusione, l’Udc sembra non allearsi con nessuno e Rifondazione comunista candida il sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci, e punta alle primarie di coalizione. Nel Pd, come in una commedia teatrale di Feydeau, i protagonisti sono entrati e usciti dal palcoscenico in continuazione. La presidente Maria Rita Lorenzetti voleva fare il terzo mandato e non ci è riuscita, stoppata dallo statuto e dal partito. Mauro Agostini, deputato in carica, si è candidato alle primarie. Poi si è ritirato, polemicamente, quando è sceso in campo Gianpiero Bocci, appartenente all’area di minoranza rispetto a Catiuscia Marini, praticamente imposta dalla Lorenzetti che non ha voluto saperne di optare per il segretario regionale Lamberto Bottini, possibile punto di mediazione tra le varie correnti del Pd (che fanno impallidire quelle democristiane). La Marini rappresenta la cosiddetta area bersaniana, uscita vittoriosa dal congresso del Pd, mentre Bocci può intercettare il voto cattolico. In prospettiva Bocci potrebbe essere il primo candidato, vero punto di riferimento per i cattolici umbri, a diventare presidente della Giunta regionale. Nel frattempo Alberto Stramaccioni si è dimesso da segretario provinciale del Pd criticando la volontà di andare alle primarie a qualunque costo. In questi giorni si “consuma” la campagna elettorale dei due esponenti del Pd. Bocci ha spiegato la sua candidatura sottolineando che “ è necessario, nel nuovo scenario che in questi ultimi anni si è determinato, aprire anche in Umbria una nuova stagione di riforme capaci di accompagnare l’uscita dalla crisi e di far avanzare un’idea dell’Umbria più moderna, più aperta e più unita”. Bocci prova a ricompattare le varie anime del Pd, lacerate dal confronto-scontro di queste settimane. La Marini spiega che la sua candidatura “è basata sui principi della partecipazione e della condivisione, non si racchiude nei vecchi recinti delle logiche congressuali: nelle prossime ore si renderà visibile a tutti che sulla mia persona si sta realizzando un percorso di ricomposizione unitaria del Pd umbro”. Nel frattempo il Prc umbro getta nella mischia il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci e torna a chiedere a gran voce le primarie di coalizione. Sull’altro fronte Fiammetta Modena ha vinto la battaglia interna al Pdl battendo il sindaco di Assisi, Claudio Ricci. La Modena, dal 1995 consigliere regionale, avvocato e giornalista, ha commentato la candidatura affermando che “per la prima volta l’Umbria può cambiare. Per il Pdl la vittoria è a portata di mano, occorre solo credere che l’Umbria migliore sia possibile e che ognuno di noi si impegni per realizzarla”. Al primo posto del suo programma sta la semplificazione burocratica, “per facilitare la vita ai cittadini e alle imprese”. La designazione della Modena non ha trovato la sponda dell’Udc. Anzi, Maurizio Ronconi ha dichiarato che “in Umbria il Pdl alza bandiera bianca e decide che è meglio perdere le regionali che governare la regione. Un candidato alla presidenza, interno, che non ha alcuna speranza di attrarre voto di opinione, la scontata e preannunciata decisione dell’Udc di non partecipare a una coalizione finta e perdente, preannunciano una sonora sconfitta in Umbria, graziando un Pd frantumato e debole come non lo è mai stato”.
Il Pdl ha deciso il Pd attende
I partiti si preparano alle elezioni regionali. La sinistra moltiplica i candidati, invece l’Udc si “astiene”
AUTORE:
Emilio Querini