Il ruolo delle ‘piccole’ diocesi

Per il vescovo mons. Mario Ceccobelli la prima visita ad limina, insieme ai confratelli dell’Umbria, dal momento che risale ad appena due anni fa la sua nomina sulla cattedra di sant’Ubaldo, si è tradotta in una significativa occasione di crescita sul piano umano e spirituale, oltre che in una preziosa circostanza per confrontarsi con il Sommo Pontefice movendo da un’esperienza affrontata e vissuta con grande entusiasmo. Proprio in virtù dell’esperienza vissuta, nell’incontro riservato ha sostenuto con vigore il ruolo e l’importanza delle piccole diocesi, mentre le problematiche che attraversano anche la realtà ecclesiastica locale sono state riepilogate in maniera circostanziata nell’ampia ‘relazione’ depositata presso le competenti Congregazioni vaticane, gli organismi cioè del quale il Papa si serve per esercitare la sua azione di guida e di indirizzo. ‘A sua santità Benedetto XVI – ha ricordato il 59’successore del Patrono – ho sottolineato la vivacità che si riscontra nelle cosiddette diocesi che registrano dimensioni ridotte per territorio o numero di abitanti, insistendo in maniera particolare sull’opportunità della loro conservazione. Da parte del Papa mi sembra di aver registrato piena condivisione’. All’incontro con il Santo Padre mons. Ceccobelli è andato insieme all’emerito mons. Pietro Bottaccioli ed a Matteo Monfrinotti che il prossimo 14 aprile verrà consacrato presbitero, notizia che il Papa ha accolto con particolare soddisfazione; dopo le presentazioni ed un breve colloquio, c’è stato un cordiale ‘faccia a faccia’. ‘Al Sommo Pontefice – ha proseguito il presule – ho richiamato la particolare situazione della diocesi eugubina (della quale fanno parte anche i comuni di Umbertide, Scheggia, Costacciaro e Cantiano, ndr) dove la presenza del vescovo è assai sentita e gode di grande autorità e prestigio, essendo legata al patrono sant’Ubaldo ed attraverso di lui alla celebre festa dei Ceri’. A conclusione del colloquio ‘gli ho manifestato il desiderio di poterlo avere una volta tra di noi; la risposta è stata interlocutoria con un ‘vedremo’ che lascia aperta la porta della speranza. Personalmente sono fiducioso’. Dal Papa ha ricevuto un dono esclusivo, sicuramente gradito: una riproduzione in scala della ‘Croce costantiniana’ conservata nel Museo di San Giovanni in Laterano (sec. XII-XIV), unica sopravvissuta dal Medioevo tra le numerose che le basiliche romane dovevano possedere. Il contenuto iconografico è ispirato all’Antico Testamento: sia nella faccia anteriore che in quella posteriore sono raffigurati episodi incentrati sulle figure di Abele, Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Dotata di una catena d’argento, è stata immediatamente indossata ed è andata a sostituire quella portata dal momento dell’insediamento.

AUTORE: Giampiero Bedini