Il Signorelli tra genio e umanità

ARTE. Intervista al curatore inglese della grande mostra che si inaugura in aprile

Tutto è quasi pronto per l’inaugurazione di “De ingegno et spirto pelegrino”, la mostra dedicata a Luca Signorelli che si inaugurerà il 21 aprile (fino al 26 agosto) alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia e si svilupperà poi con altre sedi espositive a Orvieto e Città di Castello. Per conoscere meglio la figura del grande pittore cortonese abbiamo intervistato Tom Henry, uno dei quattro curatori dell’esposizione (insieme a Fabio De Chirico, Vittoria Garibaldi e Francesco Federico Mancini), nonché massimo esperto dell’artista cortonese, docente di Storia dell’arte alla Oxford Brookes University e collaboratore della National Gallery di Londra.Come nasce l’idea di una mostra su Signorelli? “È nata qualche anno fa, quando abbiamo pensato di realizzare una serie di mostre dedicate ai ‘tre grandi’ all’arte umbra del Quattrocento. Dopo la mostra del 2004 sul Perugino e quella sul Pinturicchio del 2008, non potevamo che finire con Luca Signorelli”. Il titolo della mostra, “De ingegno et spirto pelegrino” è la definizione che Giovanni Santi, pittore e padre del grande Raffaello, usò per descrivere l’estro e l’indole di Signorelli. Ci vuole parlare di questo aspetto?“Con questa citazione (contenuta in un brano del suo celebre poema) il Santi ha voluto indicare due cose: che Signorelli è un artista che viaggia molto (uno degli elementi portanti di questa mostra sarà proprio un volume con gli itinerari dell’artista) e anche una capacità di pensare i soggetti, in un modo particolare. Per esempio nel Martirio di san Sebastiano introduce un episodio mai pensato prima: sullo sfondo si vede il santo accompagnato dai soldati, che procede sul luogo del martirio. Tutto questo aggiunge enfasi e carnalità all’opera. Signorelli è sempre stato abile nel rileggere il soggetto formale, per poi entrare dentro la storia con il suo ingegno e la sua fantasia, arrivando ad un nuovo modo di rappresentare il soggetto”. Qual è stata l’importanza dell’opera pittorica di Signorelli? “Sicuramente la sua umanità; ha basato la sua arte su un’esperienza ancora viva. Ha creato un linguaggio artistico caratterizzato da potenza e dinamismo, rappresentando una fisicità dei corpi basata sull’esperienza, con immagini anche molto forti”. Quale è stato il suo rapporto artistico con l’Umbria? “Signorelli ha lasciato molte opere importanti in Umbria, specialmente nell’Alta Valle del Tevere, dove ha fornito pale d’altare per quasi tutte le più importanti chiese francescane della zona. Dalla fine del ’400 è stato molto presente in Umbria, ricevendo anche la cittadinanza onoraria di Città di Castello e creandosi un forte seguito, con artisti come Vittorio Cirelli. Dunque, un rapporto forte; ovviamente, ci sono anche gli affreschi della cappella di San Brizio ad Orvieto, un capolavoro assoluto dell’arte rinascimentale”.Come sarà organizzata la mostra alla Galleria nazionale dell’Umbria? Sappiamo che per la prima volta saranno messe a confronto quattro “Madonne con Bambino” con quella proveniente da Senigallia, di Piero della Francesca. “Abbiamo fatto una piantina dell’allestimento, sulla base degli ultimi prestiti che arriveranno. La mostra sarà divisa tra la sala Podiani ed alcune stanze al piano superiore. In più, ci sarà una sala centrale che diventerà il ‘cuore’ della mostra, dove saranno esposte le sue principali opere, da dove si svilupperanno poi le altre sezioni. Ci sono vari punti forti in questa mostra. Uno di questi è la possibilità di avere insieme per la prima volta questo gruppo di opere che spiega gli inizi di Signorelli. Si tratta delle Madonne con Bambino provenienti, rispettivamente, dalla Fondazione Cini di Venezia, dalla Christ Church Picture Gallery di Oxford e dal Museum of Fine Arts di Boston. Insieme a queste è stata aggiunta un’opera nuova, che ho proposto io nel 2010. Si tratta della Gambier-Parry Madonna (Maria con Bambino) che si trova al Courtauld Institute di Londra. Infine, abbiamo deciso di inserire la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, proprio per spiegare l’apprendistato di Signorelli ed il forte legame con il suo maestro. Sarà, dunque, un’occasione magnifica per chi vuole conoscere ed avvicinarsi al Signorelli”.

AUTORE: Emiliano Sinopoli