Il Vescovo di Terni: globalizzare giustizia e solidarietà

padre Giuseppe PiemonteseAlla vigilia dell’incontro tra il Governo e la dirigenza della Tk il Vescovo è intervenuto sulla vicenda nel corso della veglia di preghiera (clicca qui e leggi l’articolo). Pubblichiamo un ampio estratto dell’intervento del Vescovo

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I cristiani, oltre alla solidarietà e alla compagnia con la società civile, si ritrovano nella comunità ecclesiale per pregare, invocare lo Spirito santo perché illumini le menti e i cuori dei governanti, dei responsabili del bene comune, perché si intraprendano vie di giustizia, di equità e di benessere generale.

Nella convivenza civile, la pace, la concordia, il benessere personale, comunitario e familiare regge se ognuno lealmente, generosamente e responsabilmente fa la sua parte. Tutto ciò oggi non può trovare attuazione in ambito cittadino, locale, come avveniva fino a qualche secolo addietro. Gli orizzonti di azione e di responsabilità oggi sono estesi non solo a livello nazionale, ma europeo e mondiale. Globalizzazione e interdipendenza sono le categorie sociali, geografiche, culturali ed economiche nelle quali inevitabilmente siamo immersi da alcuni decenni, né è possibile sottrarcene. Per restare all’ambito economico-sociale, ogni persona, ciascuno di noi, i governanti della nazione e di tutto il mondo, le lobby industriali, economiche e finanziarie, i sindacati e ogni soggetto civile o si muove tenendo conto della dimensione universale, della ricerca del benessere locale e generale, o ci si condannerà a una precarietà e insicurezza perenne, permanente.

Il benessere che una nazione o un gruppo oggi sperimenta, se non tiene conto dell’orizzonte generale e globale, sarà destinato a durare per una breve stagione: il tempo della rivalsa da parte di coloro, singoli, gruppi, popoli e nazioni che non ritengono equa la propria condizione sociale o, peggio, ritengono il benessere altrui frutto di ingiustizia e sfruttamento della propria condizione.

Il benessere di cui si gode oggi potrebbe essere il frutto di sofferenze e ingiustizie nei confronti di società ed entità del passato e potrebbe essere la premessa di povertà, disagio e insicurezza dei nostri figli, che potrebbero essere perdenti in una lotta improba con gruppi sociali e nazioni che oggi anelano e lottano per rovesciare una situazione di sfruttamento e di ingiustizia. Tanto per dire che la società odierna e anche la nostra realtà difficile ha radici e ramificazioni lontane nel tempo e nello spazio. Inoltre occorre avere uno sguardo di “compagnia”, di “compassione” e di solidarietà nelle decisioni e nelle relazioni a qualunque livello.

La situazione delle acciaierie Ast e delle altre industrie del territorio, oltre che di strategie industriali o economiche, è figlia di una visione che propriamente non coniuga benessere personale, comunitario e familiare, lealtà personale e aziendale, generosità e responsabilità.

So che l’economia ha altre regole, ma sono regole che premiano apparentemente e per breve tempo solo alcuni, e che si ritorceranno sugli stessi che consapevolmente o inconsapevolmente le applicano, e sui loro figli. Mentre la gente comune sarà sballottata nella precarietà e nell’incertezza del presente e futura. O si globalizza la giustizia e la solidarietà o le storiche “lotte di occupazione” del passato remoto e recente si rinnoveranno ed estenderanno sempre più, con metodi e mezzi cruenti e sofisticati.

AUTORE: † Giuseppe Piemontese Vescovo di terni - Narni - Amelia