Impegno per il bene comune

In ottobre al via a Pistoia la Settimana sociale dei cattolici: 100 anni dopo quella del 1907, si vuole riformare il welfare

Dal 18 al 21 ottobre prossimo si aprirà a Pistoia la 45a Settimana sociale dei cattolici italiani. Il tema: Il bene comune. Un impegno che viene da lontano. Sarà un evento importante per la storia del movimento democratico cattolico italiano, per la storia del laicato e della Chiesa italiana in generale, per il fatto che si celebra nel centesimo anniversario dalla prima Settimana sociale che si tenne, appunto, sempre a Pistoia dal 23 al 28 settembre del 1907. Su quest’evento ha svolto un’ampia e documentata relazione il 12 agosto scorso, all’eremo di Monte Serra (appuntamento curato dal circolo Acli di Fossato di Vico) Giancarlo Pellegrini, docente alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia. Prendendo spunto da un articolo apparso sul numero 29 de La Voce a firma di Francesco Rossi che riportava un’intervista del portavoce del Forum del Terzo settore, Edoardo Patriarca, Pellegrini ha passato in rassegna la storia di questi cento anni, mostrando con chiarezza e lucidità i percorsi del processo di sviluppo del pensiero cattolico in campo sociale e politico, nonché i difficili passaggi che portarono alla celebrazione della prima settimana sociale. Punto centrale di riferimento per l’inizio di questa esperienza di impegno cattolico nel sociale fu Giuseppe Toniolo (1845-1918), di cui Pellegrini tratteggia la figura e il pensiero. Di lui, grande studioso e militante cattolico in campo culturale e sociale, Pellegrini riporta una definizione di democrazia di cui il pensiero cattolico si dimostra essere ispiratore in un contesto di pura laicità: ‘La democrazia’, scriveva Toniolo nel 1897,’??nel suo contenuto essenziale può definirsi: quell’ordinamento civile nel quale tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori’. Oggi troviamo insufficiente tale definizione per il riferimento paternalistico alle classi inferiori e il sottofondo corporativistico che tale concezione comporta, ma importante per lo slancio che determina nella società alla ricerca del bene comune. Su questo argomento sarà incentrata la prossima settimana sociale e Pellegrini bene ha fatto a contestualizzare questo tema riferendosi alla riforma sul welfare, che potrebbe essere considerato il modo aggiornato per parlare di bene comune. Troviamo anche giusto e interessante la conclusiva polemica con Eugenio Scalfari che ha parlato su Repubblica (5 agosto) di un’Italia Paese non normale per la presenza dei cattolici che sarebbero eterodiretti da un potere ‘altro’, incarnato dal Vaticano. Pellegrini ha invece (e giustamente) puntato sull’opera svolta dai cattolici, in campo politico, nell’Italia del dopoguerra. La settimana sociale dei cattolici potrebbe essere un’occasione per riprendere coscienza e consapevolezza di un ruolo da svolgere in modo laicamente e cristianamente costruttivo, a favore del Bene comune, che rimane l’orizzonte dell’impegno sociale e politico autentico.E. B.