In – formazione per animare

Iniziativa promossa da pastorale giovanile, ufficio problemi sociali e 'Il Sicomoro'

Il primo appuntamento di ‘in-formazione’ è stato curato da Massimiliano Marianelli, ricercatore presso la facoltà di Filosofia dell’Università di Perugia, con l’intervento di Giovanni Matteucci, dirigente scolastico del circolo didattico di Sangiustino – Citerna, mentre la seconda parte della serata è stata guidata da Riccardo Sensi, che ha illustrato alcune tecniche di animazione, chiamando i presenti a mettersi in gioco in rappresentazioni del tutto estemporanee. Obiettivo di tale corso è quello di fornire una vasta rete di proposte che, in successivi momenti, dovranno essere approfondite anche attraverso una formazione per formatori, mostrando l’importanza di un’azione formativa consapevole e che sia culturalmente fondata sul ricco patrimonio della dottrina sociale della Chiesa, nell’elaborazione di grandi pensatori cristiani e nel confronto, attento e costante, con pensatori di altre culture e convinzioni. ‘Primo elemento rilevabile da questa esperienza è una proposta di formazione comunitaria, espressione di un umanesimo relazionale’ ha esordito Massimiliano Marianelli. Lo stesso ha proseguito ‘In realtà già la stessa proposta di In-formazione (sia pure una proposta embrionale che offrirà dei contenuti, ma che vuole essere soltanto un inizio e un modo anche per capire in quale direzione muoversi per il futuro), è nata unitariamente: promossa dalla Pastorale giovanile, dall’Ufficio problemi sociali e dalla cooperativa ‘Il Sicomoro’ ha poi coinvolto tante parrocchie che hanno aderito con entusiasmo. Il modello formativo che speriamo nasca, sarà dunque e sempre un modello aperto, che dovrà tenere conto della persona come centro del processo formativo stesso e quindi di ogni momento di animazione’. Animare cristianamente non può significare soltanto ricreare o vitalizzare, significa più propriamente dare la vita, mettersi in gioco e coinvolgersi in un processo che riguarda educatore ed educando. Nella ricorrenza del centenario della morte di Giovanni Bosco, Papa Giovanni Paolo II scrive: ‘Dotato di una felice intuizione del reale e attento conoscitore della storia della Chiesa, egli ricava dalla conoscenza di tali situazioni e dalle esperienze di altri apostoli, specialmente di san Filippo Neri e di san Carlo Borromeo, la formula dell”oratorio’. Gli è singolarmente caro questo nome; l’oratorio caratterizzerà tutta la sua opera, ed egli lo modellerà secondo una sua originale prospettiva, adatta all’ambiente, ai suoi giovani e ai loro bisogni. Come principale protettore e modello dei suoi collaboratori sceglie san Francesco di Sales, il santo dallo zelo multiforme, dalla umanissima bontà che si manifestava soprattutto nella dolcezza del tratto’.