Incentivi agli indios

I CAPPUCCINI dell’Umbria per lo sviluppo in Amazzonia

Continuano i festeggiamenti, iniziati a maggio, per il centenario della presenza dei Cappuccini missionari in Amazzonia, Brasile, precisamente nella diocesi dell’Alto Solimões. In tutto sono 40 i Cappuccini presenti nella zona, di cui 6 sono umbri: padre Benigno Falchi (di Grutti), p. Fulgenzio Monacelli (Grello), p. Gino Alberati (Monte Melino), p. Enrico Sampalmieri (di Rivodutri – Ri), p. Bernardino Vagnarelli e p. Paolo Maria Braghini della Provincia dell’Umbria dei minori Cappuccini. Mercoledì 28 alle 10, presso il convento dei Cappuccini ad Assisi è stato siglato un accordo di cooperazione tra i religiosi dell’Umbria e l’Iscos – Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo, per sostenere lo sviluppo nell’Alto Solimões. Come organizzazione non governativa della Cisl, l’Iscos porta avanti da ormai tre anni un dialogo con i frati assisani per concretizzare il progetto “Sviluppo sostenibile nella frontiera dell’Amazzonia brasiliana (Alto Solimões – Benjamin Constant)” per migliorare le condizioni di vita di 30 comunità indigene del centro di Benjamin Constant, comprendente oltre 900 famiglie per un equivalente di circa 4.500 persone. I fondi per tale progetto sono stati acquisiti “sia dal ministero degli Esteri, sia con la nostra opera di mendicanza”, spiega fra’ Antonio Maria Tofanelli, ministro provinciale dei frati minori cappuccini dell’Umbria. Il fatto di rivolgere il proprio aiuto alla regione brasiliana è stato scelto anche “dai lettori affezionati del calendario di Frate Indovino”, continua fra’ Antonio. Gli aiuti riguarderanno la potabilizzazione dell’acqua e l’informazione sulle buone pratiche igienico-sanitarie, essendo Benjamin Constant una delle municipalità del Brasile con i più alti tassi di lebbra; la fornitura di energia elettrica, la formazione tecnica per le attività di sviluppo sostenibile e incentivi per la realizzazione di attività produttive artigianali e agricole, con la possibilità infine di commercializzare tali prodotti. Tuttavia, molto è stato già fatto, da cento anni ad oggi, dal punto di vista dell’evangelizzazione e dello sviluppo di attività produttive. Quando arrivarono nel 1909 a Manaus, erano solo quattro frati ad aiutare la popolazione contro la crisi economica locale, dovuta al calo di produzione del famoso albero del caucciù, trapiantato in Oriente dagli inglesi. Per festeggiare l’importante traguardo del centenario, in programma anche una conferenza stampa in Vaticano a dicembre e incontri all’Università di Perugia.

AUTORE: Margherita Idolatri