Informazione e verità

l'editoriale

In questi giorni (19-21 marzo) si sta svolgendo a Forlì il Convegno nazionale dei settimanali cattolici confederati nella Fisc (Federazione settimanali cattolici) sul tema ‘Verità nell’informazione’, esplicitato con l’espressione ‘Alla ricerca della verità perduta. Informazione tra mistificazione e interpretazione’. Il convegno si situa nel bel mezzo del pellegrinaggio apostolico di Benedetto XVI in Africa e ci stimola a riflettere sulla poca o inesistente ricerca della verità da parte dei giornali e dei mezzi di informazione. Il tema del convegno in modo più dettagliato è stato così espresso dal presidente della Fisc, don Giorgio Zucchelli: ‘Riflettere sulla verità perduta, capire le radici e il significato profondo del fare informazione con obiettività, rigore e verifica, senza cedere a scoop solo apparentemente redditizi’. L’argomento è di estrema attualità – aggiunge don Giorgio -. Basta pensare al modo con cui la stampa riferisce le notizie che riguardano la Chiesa: spesso si passa da una ricerca superficiale a un vero e proprio travisamento della verità’, a causa del ‘punto di vista, per lo più politico, con cui viene letto e raccontato il fatto religioso’, mentre ‘la Chiesa ha altri orizzonti’. ‘La verità nell’informazione ‘ dice il presidente Fisc ‘ è un problema di cui si discute da tempo. Una verità oggettiva al cento per cento è impossibile da raggiungere perché ogni giornalista vede la realtà dal proprio punto di vista. In fondo, il racconto è sempre un’interpretazione. Si tratta di vedere se e in che modo questa interpretazione tende alla verità’. Il problema, quindi, ‘è molto complesso ‘ sottolinea Zucchelli ‘ e oggi lo è ancor di più per diversi motivi. L’informazione viene selezionata, interpretata e divulgata con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica’ o ‘viene ingigantita per poterla vendere meglio e avere un ritorno economico’. Come si diceva all’inizio, abbiamo sotto gli occhi un esempio di travisamento nel modo con cui si è raccontata la visita del Papa in Camerun. Per aver detto che l’Aids non si combatte con i preservativi, è stato fatto oggetto di critiche e derisioni di ogni genere e di titoli cubitali sulle testate giornalistiche. Un lettore sprovveduto potrebbe pensare che il Papa fosse andato in Africa per impedire l’uso dei preservativi e a predicare una crociata contro i venditori, anziché portare aiuti e messaggi di elevazione morale, sociale, spirituale e culturale ad un Continente umiliato e sfruttato, che i mass media non mettono mai in pagina se non per scandali e violenze. Quale contributo dai settimanali cattolici per la promozione della verità nell’informazione? Non possiamo certo fare l’elogio di noi stessi. Dobbiamo tuttavia affermare, con il presidente Zucchelli: ‘Le nostre testate non hanno interessi politici o economici: sono una stampa alternativa, libera, al servizio del cittadino e del bene comune; vogliono promuovere opinioni pubbliche informate ai valori cristiani’. In questo senso, ‘sono strutturalmente inserite nella pastorale delle singole Chiese e noi, con occhi di missionari ed evangelizzatori, guardiamo a tutto ciò che avviene a livello socio-culturale e pubblico. Questa prospettiva, che ci fa volare alto, è il nostro primo e fondamentale contributo per la promozione della verità tutta intera’. È detto in generale per le 180 testate, ma vale, crediamo, anche per La Voce.

AUTORE: Elio Bromuri