Internet? Meglio Platone

La nuova lettera pastorale di mons. Chiaretti si indirizza in particolare ai giovani, bisognosi di valori

Riprendere in mano le virtù per essere persone ‘virtuose e non virtuali’, perché ‘abbiamo una sola vita da spendere’ e non una second life. L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti evoca il mondo di internet, ben conosciuto dai giovani, nella sua lettera pastorale per l’Avvento, centrata sull’urgenza della sfida educativa. Una lettera che offre ‘alla riflessione sinodale delle parrocchie, dei gruppi ecclesiali, dei movimenti, alcune semplici considerazioni su temi morali, senza cadere in moralismi gratuiti’, scrive l’Arcivescovo, richiamando l’esperienza di Chiesa sinodale che ‘si sta rivelando molto proficua e suggerisce modalità nuove di azione anche sul piano pastorale’. ‘Nella catechesi normale – scrive – si sta a preferenza indugiando su motivi teologici ed esegetici, necessari ovviamente per una fondazione severa della morale. Non basta però narrare i fondamenti della fede; occorre anche parlare di come certi valori di fede cambiano i comportamenti di ognuno ed esigono una vita morale compatibile. A fondare tale vita morale concorrono gli esempi e gli insegnamenti di Gesù, ovviamente, ma anche le indicazioni del Magistero che aiuta ad attualizzare quegli insegnamenti. Aiutano pure gli esempi di coloro che prendono sul serio la fede e le sue esigenze di vita cristiana coerente: i testimoni, appunto, chiamati a ‘dare ragione della speranza che è in loro”. Mons. Chiaretti fa un’analisi impietosa della della crisi morale in atto e dei guasti che porta, soprattutto tra i giovani. Le ‘tossicodipendenze lambiscono ormai l’età della prima adolescenza, la violenza sta già nelle aule scolastiche, l’insubordinazione è quasi la norma’. Le cause le individua nella famiglia, che non educa più perché lascia soli i figli ed è lasciata sola essa stessa nei suoi compiti educativi, e la scuola che non trasmette più valori di vita. In questa situazione, aggiunge mons. Chiaretti, ‘urgono a tutti i livelli educatori che abbiano la passione dell’educare e non solo del trasmettere cultura; educatori ed agenzie educative, Chiesa compresa, che sappiano far rete tra loro’. Cosa proporre ai giovani? Il Vescovo guarda al mondo ‘virtuale’ nel quale sono immersi i giovani di oggi, e accosta il tema delle ‘virtù cardinali delle quali parlò un filosofo d’età non cristiana, Platone, nella sua opera Repubblica: e cioè prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, quasi punti cardinali per l’orientamento della vita’. ‘E siccome tutto ciò che è seriamente umano è già cristiano – continua -, le quattro virtù cardinali sono entrate anche nel catalogo delle virtù cristiane, con tutte le loro derivazioni comportamentali: obbedienza, pazienza, onestà, lealtà, veracità, magnanimità, sobrietà, umiltà, perseveranza, castità, solidarietà, semplicità… e così via, tutte riconducibili a una virtù-madre, e opposte a quei vizi capitali e mortiferi che sono: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia’. In poche parole è racchiuso un programma di vita. All’apparenza ‘virtù difficili’, osserva mons. Chiaretti, che però fa notare che ‘se si lotta seriamente per conquistarle diventano facili e gratificanti. Occorre educare i giovani alla lotta e non mortificarli con mete mediocri’. ‘Torniamo ad educare! È l’urgenza più urgente, dal momento che la mala educazione ha raggiunto livelli pesanti di intollerabilità. E non parlo neppure di educazione cristiana, ma già solo di educazione umana, ragionevole, fatta di rispetto e di legalità’ scrive il Vescovo, rivolto alla sua Chiesa, ricordando però che ‘se non c’è collaborazione piena anche delle altre agenzie educative, la sua attività risulta povera di efficacia’.

AUTORE: Maria Rita Valli