La Chiesa erige la chiesa

Presentato a Casteltodino il progetto per la nuova parrocchia. C’era il card. Antonelli

Domenica scorsa, 9 gennaio, i parrocchiani di Casteltodino e molti fedeli ed autorità provenienti dai centri limitrofi hanno affollato le vie del paese recandosi nella piccola chiesa di San Bartolomeo prima, al teatro comunale “Ulisse Montani” poi. L’occasione dell’incontro è stata data dalla presentazione del progetto della nuova chiesa parrocchiale di Casteltodino, momento reso ancora più autorevole e degno di attenzione dalla partecipazione del card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, originario proprio della nostra diocesi. La giornata si è articolata in vari momenti, a partire dall’adorazione eucaristica, proseguendo con la catechesi del Cardinale, con la presentazione del progetto e infine con la cena al palazzo di Massa. In ogni suo momento, “si è trattato di una giornata bellissima, che abbiamo voluto iniziare nel segno della preghiera per affidare la costruzione della chiesa al Signore, perché, come si legge nel Salmo 127, ‘se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori’”, spiega don Lekë Marku, parroco di Casteltodino e organizzatore dell’iniziativa. “Ho visto questo giorno come un punto di arrivo – continua il parroco – perché la comunità di Casteltodino aspettava da anni questo momento, precisamente da quando, nell’ottobre 2008, la chiesa parrocchiale era stata dichiarata inagibile e quindi chiusa. Ora abbiamo visto i frutti di un lavoro progettuale durato due anni e mezzo. Data anche la grande partecipazione e l’entusiasmo dei parrocchiani, ho visto questo incontro anche come un seme per quello che si potrà fare, ho percepito nei fedeli il desiderio di essere partecipi alla costruzione dell’edificio”. Proprio quest’ultimo elemento, l’importanza della realizzazione della chiesa, è stato al centro della catechesi svolta dal card. Antonelli. Il porporato si è soffermato sul significato della chiesa, spiegando – con citazioni classiche – che ci possono essere città o comunità senza mura o edifici, ma non senza un luogo di culto. Il luogo di culto, elemento aggregante dei fedeli, è stato interpretato dal Cardinale sia come casa sia come il popolo di Dio stesso. “Lo stesso termine ‘chiesa’ determina sia il luogo dove si unisce la comunità sia la comunità stessa”, è stato ricordato. In questa visione, la chiesa come luogo è frutto della Chiesa come comunità, per cui quest’ultima è coinvolta nell’impegno materiale per la costruzione. Il Cardinale si è poi soffermato sugli aspetti liturgici nonché sulle caratteristiche della chiesa dal punto di vista architettonico, sugli elementi salienti a livello artistico e sul significato di questi ultimi. È proprio densa di significati la nuova chiesa parrocchiale. Il progetto è stato realizzato e illustrato dall’arch. Guido Morichetti, il quale ha collaborato con un teologo, un astronomo, un liturgista e un artista, Bruno Ceccobelli, che si è occupato di arredi e luoghi liturgici. Il progetto è stato ideato in visione di una “sinergia tra tradizione e innovazione – spiega Morichetti – in quanto è stato mantenuto il tetto a capanna, la croce latina, che richiamano alla classicità, e si è fatto riferimento alla struttura esistente, seppur ampliata e modernizzata”. L’architetto ha ricordato alcuni tratti salienti che hanno caratterizzato la realizzazione del progetto. La luce “plasma tutto l’insieme, dà volume razionale, matematico alla struttura, ed allo stesso tempo è simbolo della grazia di Dio. Le aperture sono di stampo moderno e la finestra gnomonica è stata pensata in modo che la luce colpisca l’altare il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, poiché la chiesa è intitolata a Santa Maria dell’Annunciazione”, spiega ancora. Il rosone “è grande il doppio di quello precedente, asimmetrico: riprende quello antico, posto al centro. All’interno del rosone si trovano due ordini di finestre, lunghe e lobate, che simboleggiano l’Antico e il Nuovo Testamento. Infine l’ingresso presenta il confessionale a destra e il fonte battesimale. Quest’ultimo rimarrà distinto dal resto della chiesa, sarà mantenuto in fondo alla chiesa, per ritrovare la sua posizione e significato originario di ingresso nella comunità dei fedeli”.

AUTORE: Margherita Idolatri