La Chiesa offre ragioni di vita

L'editoriale

L’attualità è travolgente: dal caso Englaro, con la sua scia di morte, ai fatti di cronaca con gli episodi di violenza ‘raccapriccianti’ che si sono susseguiti nei giorni scorsi, prima a Guidonia, poi a Nettuno. E poi ci sono gli sviluppi imprevedibili della crisi finanziaria ed economica globale. Il rischio è che gli orizzonti si chiudano, che si generi un senso grigio di pressoché inevitabile resa. C’è bisogno di apertura e di speranza, c’è bisogno di prospettiva e, nello stesso tempo, di concretezza, di realismo. Ecco allora le due indicazioni strategiche del Consiglio permanente della Cei. La prima è ‘una Chiesa del sì’, che annunci ed accompagni, che sia vicina a tutti. La seconda è per ‘ricondurre ad unità la persona’, travolta e disorientata nella frammentazione incalzante di questi anni. All’incrocio di questi due assi c’è il grande tema dell’educazione. Del resto, se ben guardiamo, è proprio l’emergenza educativa che viene sottolineata dall’incalzare della cronaca, quando emergono i grandi temi e i grandi interrogativi, in particolare proprio sulla vita e sulla morte, e sul senso delle cose. Sarà questo l’asse della riflessione e della proposta ecclesiale nell’Italia dei prossimi anni: ‘Educare appartiene alla dimensione materna della Chiesa e ne fa emergere la fecondità, attraverso l’ininterrotta catena generazionale’. Ma ormai tutto è cambiato, è necessario fare i conti con un quadro nuovo: ‘Proprio tale catena, che garantiva in passato la trasmissione della fede e della cultura, pare oggi sfilacciata, comportando un vero disagio di civiltà’. L’espressione è pregnante: ‘disagio di civiltà’. È la constatazione di un malessere che emerge in molti modi, in forme anche contraddittorie, generando una sensazione di sfilacciamento. Questo si esprime in modi diversi: il timore di perdere i livelli acquisiti, una rincorsa alle successive emergenze. Mettere a tema l’educazione significa, per la Chiesa italiana, muoversi su due versanti paralleli: da un lato ‘un’azione di discernimento esigente della realtà, attenta a distinguere il vero dal falso e a non confondere il bene con il male’. Si tratta di un servizio della verità che diventa anche un modo pratico per rispondere alla domanda di punti di riferimento. Ma, nello stesso tempo, non è un’azione a senso unico: richiama una parallela opera di ‘accompagnamento amorevole, attento alle persone nelle loro differenti condizioni di età, di provenienza, ceto ed esperienza’. C’è una fragilità diffusa, che deve essere sostenuta e indirizzata. Il tempo della crisi è il tempo dell’investimento: l’educazione, nel senso forte e ampio del termine, trasversale alle generazioni e alla stessa vita sociale, può veramente essere il grande cantiere dell’Italia dei prossimi anni, in cui la Chiesa spende se stessa, si mette in gioco, consapevole ‘che il suo compito in mezzo alla gente è offrire ragioni di vita e speranza’.

AUTORE: Francesco Bonini