La comunità diocesana unita gli tributa riconoscenza e affetto

I 20 anni di episcopato, scomodo ma generoso, di mons. Sergio Goretti

Il 5 gennaio 2001 presso la cattedrale di S. Rufino verrà celebrato il ventennale dell’episcopato di mons. Sergio Goretti, il cui ingresso ufficiale in Assisi risale in verità all’8 febbraio 1981, a Nocera il giorno successivo e a Gualdo il 15 dello stesso mese. Così velocemente sono trascorsi molti anni, contraddistinti da un dinamismo improntato a riflessione, comprensione, semplicità, ad un coraggio che dovrebbe aver determinato (lo si può immaginare) scelte talvolta difficili ed anche sofferte. La mattina dell’8 febbraio 1981 un gruppo formato da rappresentanti religiosi e civili, accolse il vescovo nei pressi di Bastiola, lungo la strada che si dirige verso Ospedalicchio. L’incontro fu cordiale anche se rapido per i fitti impegni del programma predisposto. Seguimmo i successivi spostamenti, le varie soste. E un elemento risaltò alla nostra attenzione: la predilezione di mons. Goretti ad intrattenersi più a lungo nei luoghi della sofferenza – l’Ospedale, l’Istituto Serafico, la Casa di Riposo, l’Istituto Casoria: visite per niente rituali che acquistarono il significato di una direttiva ecclesiale. A proprie spese provvide alla sistemazione dell’episcopio. Destava al tempo preoccupazione la crisi che attanagliava l’Istituto Serafico, opportunamente risolta mentre l’Istituto Casoria otteneva il riconoscimento delle legittime proprietà. La Caritas diocesana entrava intanto in un processo di rivitalizzazione. Sorgevano cinque centri di Volontariato sociale (Cvs) nei vicariati di Assisi, Bastia, Santa Maria degli Angeli, Gualdo Tadino e Nocera Umbra. In Assisi, in via S. Maria delle Rose, apriva i battenti il Centro dei poveri. Il terremoto determinava una situazione drammatica, che vide schierato in prima linea, insieme ai suoi collaboratori, mons. Goretti. I ragazzi dell’Istituto Serafico, costretti ad abbandonare la struttura originaria, iniziarono una peregrinazione finalmente conclusasi in un villaggio offerto dall’Eni. Molte famiglie della diocesi ricevettero un concreto sostegno; altrettante furono aiutate per acquistare moduli aggiuntivi ai container. La Caritas intervenne con la costruzione di circa 90 casette in legno destinate agli abitanti più disagiati. Fiorirono in breve tempo 50 centri comunitari. Il Centro dei poveri, già reso inagibile in S. Maria delle Rose, ha riacquistato di recente piena funzionalità. E’ già attiva a Spello la Casa di accoglienza per anziani, mentre sta nascendo uguale istituzione a Purello, con l’intervento di quella Proloco. A Palazzo di Assisi è stata creata una Casa di accoglienza per soggetti in difficoltà gestita insieme all’Opera Papa Giovanni di don Oreste Benzi. La ricorrenza del Giubileo ha stimolato l’apertura, di due Case di accoglienza e servizi pastorali: una all’interno del castello di S. Gregorio, l’altra nel castello di Porziano. Sono in via di ultimazione i lavori della Casa-famiglia sottostante all’edificio dell’Istituto Serafico, destinata agli ospiti di minore età. Nella zona di espansione di Assisi ha iniziato la sua attività il Centro pastorale Regina Pacis, creato nell’ambito della parrocchia di S. Rufino e concepito per provvedere alla formazione religiosa ed umana di ragazzi e giovani. Quale omaggio al Vescovo è stato organizzato da quanti frequentano il catechismo, in collaborazione con gli scouts, un recital natalizio per la sera del 5 gennaio. Ecco dunque illustrati in sintesi i frutti e le conseguenze di una solidarietà estremamente operativa, elemento caratterizzante del mandato episcopale affidato a mons. Goretti, coerente allo “Spirito di Assisi” tante volte richiamato da Giovanni Paolo II, pontefice da lui stesso ricevuto in occasione di quattro visite su cinque in Assisi.

AUTORE: Francesco Frascarelli