La dipendenza dall’alcool? Un problema che riguarda la salute

Non si cura con i farmaci ma con la cultura dell'auto mutuo aiuto

‘L’alcolista è un isolato dentro che trova una consolazione solitaria per affrontare le difficoltà della vita e può essere compreso solo da chi vive lo stesso problema’. E’ questo il messaggio lanciato da A.A. – Alcolisti Anonimi ‘ nel corso di un convegno dal titolo ‘A.A. in funzione dell’alcolismo’, che si è tenuto lo scorso fine settimana a Santa Maria degli Angeli. L’associazione, che dal 1935 lotta in tutto il mondo per il recupero dei soggetti che non riescono a smettere di bere, in Umbria è presente in sette città – quattro nella provincia di Perugia e tre in quella di Terni ‘ e ogni gruppo raccoglie circa 10 persone. ‘Alcolisti Anonimi – ha sottolineato il coordinatore regionale dell’area umbra, Tony L. ‘ è un’associazione di uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza e la loro forza per risolvere un problema comune. Per far parte dell’associazione occorre un unico requisito, aver voglia di smettere di bere. Lo scopo primario di ognuno di noi è quello di rimanere sobri e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà’. La dipendenza dall’alcol ‘ è stato detto ‘ un tempo era considerato un problema di ordine morale, oggi anche dai medici viene inquadrato come un problema di salute. L’Organizzazione mondiale della sanità infatti, classifica l’alcolismo tra le malattie progressive che non potranno mai essere curate ma il cui decorso può essere arrestato. ‘A differenza di altre malattie ‘ ha messo in risalto il delegato dell’area umbra, Massimo C. – la dipendenza dall’alcol non si cura con i farmaci e neppure con un semplice sforzo di volontà, dato che chi è afflitto dalla patologia è anche privato della possibilità di scelta di fronte all’alcol’. In questo quadro la cultura dell’auto mutuo aiuto diventa una risorsa importante per la promozione e la protezione della salute. Nel corso del convegno è emerso anche che mai come in questo periodo gli effetti di questa dipendenza sono stati così devastanti e spietati. Per contrastarli l’associazione chiede anche il sostegno della Chiesa. ‘Le parrocchie in particolare – ha spiegato un socio di A.A. ‘ essendo frequentate dai giovani e dai loro genitori svolgono un ruolo determinante per la prevenzione. Di solito le mamme o le mogli nei momenti di maggiore disperazione si rivolgono proprio ai parroci’. E proprio ai sacerdoti A.A. chiede un aiuto per la segnalazione dei casi, proponendo anche l’organizzazione di incontri presso le sedi parrocchiali. Determinante anche il rapporto di collaborazione con i medici. Diana Perazza, responsabile del Centro di Alcologia dell’ Asl Rme di Roma, ha messo in evidenza come lo scambio tra i servizi dell’Asl e le associazioni di auto mutuo aiuto sia ormai una prassi consolidata che consente lo svolgimento di progetti integrati indirizzati al recupero dei pazienti. Il contatto con gli Alcolisti Anonimi ‘ ha sottolineato la psicoterapeuta ‘ permette, a chi si rivolge a noi, di sentirsi riconosciuto nel suo problema e quindi compreso nel dolore e nel disagio’. A.A, Goat e Arcat in UmbriaA.A. in Umbria non è l’unica realtà impegnata nella lotta all’alcolismo. Nella regione infatti un ruolo determinante è svolto anche dal Goat – il Servizio pubblico istituito dall’Asl ‘ e dall’Arcat, Associazione regionale club alcolisti in trattamento. Il Servizio dell’Asl è nato con lo scopo di promuovere ed attuare interventi articolati in risposta alle problematiche alcolcorrelate e per la prevenzione delle stesse. La sede di Perugia è a Piazzale Europa (tel. 075 ‘5412872) ed è aperta tutte le mattine. Presso il servizio operano medici, psichiatri e psicoterapeuti che, oltre ad effettuare una diagnosi, sostengono le persone e le famiglie con problemi legati al consumo eccessivo di bevande alcoliche. L’equipe di specialisti, in seguito a colloqui con il paziente, di volta in volta valuta il trattamento che, in alcuni casi, richiede anche la somministrazione di farmaci. Anche l’Arcat si occupa della riabilitazione dei soggetti che hanno avuto o hanno problemi di dipendenza. In Umbria ha 32 sedi, più due in formazione, e raccoglie 363 soci, tra uomini e donne. Sul territorio nazionale i club sono 2700 con un’esperienza ormai trentennale. L’associazione è nata nel ’90 a Santa Maria degli Angeli, su iniziativa di un gruppo di ex dipendenti da alcool. Attualmente nel capoluogo umbro si contano 120 soci che si incontrano una volta la settimana – alle riunioni partecipano anche le famiglie – per parlare dei loro problemi. Durante la settimana, in caso di bisogno, si contattano tra di loro anche per telefono. L’associazione lavora a stretto contatto con il Goat.

AUTORE: Ida Gentile