La famiglia, il dono più grande che esista

Al santuario di Collevalenza due grandi eventi hanno avuto come protagonista la famiglia

Il periodo natalizio è il tempo propizio per riflettere sul sacramento del matrimonio, perché la liturgia ci pone di fronte il mistero dell’Incarnazione: l’avvenimento più sconvolgente della nostra storia. Due grandi eventi hanno segnato il tempo post-Natale quest’anno al santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. Dal 27 al 30 dicembre si è tenuto il 1° convegno nazionale Mistero Grande organizzato dalla Fondazione Famiglia Dono Grande, di cui è presidente mons. Renzo Bonetti, personaggio certamente dotato di non comune carisma. Si è trattato di un convegno di approfondimento teologico ed esperienziale della grazia sacramentale del matrimonio, che ha registrato la partecipazione di circa 600 persone venute dalle diverse diocesi italiane. Il fine ultimo della Fondazione è quello di far conoscere e far vivere la “famiglia dono grande”, sostenendo chi ne soffre la mancanza o l’incompiutezza e sollecitando chi la vive a mettersi a servizio degli altri. Condividere con tutti (pur senza giudicare chi vive diversamente da questo ideale) che la famiglia è il dono grande per il futuro dei nostri figli e delle future generazioni. In particolare la Fondazione si impegna nella formazione delle coppie, degli educatori e dei formatori, nella promozione e lo sviluppo degli studi sul matrimonio e la famiglia, nell’assistenza alle famiglie con particolare riguardo alle situazioni di difficoltà e di disagio. La famiglia nel progetto di Dio è chiamata a costituire la prima esperienza di Chiesa, la Chiesa domestica: tutti dobbiamo sentirci impegnati in questa direzione. Questo in sintesi il messaggio della Fondazione Dono Grande. Per quanto riguarda l’esperienza pastorale realizzata e proposta, costituisce certamente una sollecitazione per quei territori dove incespica la pastorale familiare e si stenta a intraprendere vie nuove per la evangelizzazione. Qui, in Umbria, e nella nostra diocesi che ha avuto l’anno scorso il dono della lettera pastorale di mons. Scanavino, vivaddio, si stanno affinando esperienze in atto da diversi anni e che già accennano a buoni frutti.Dal 31 al 2 gennaio si è rinnovato anche quest’anno, al santuario, il tradizionale appuntamento del “Capodanno in famiglia”. Molte famiglie, provenienti da varie regioni d’Italia, hanno aderito all’iniziativa non solo spinte dal desiderio di un Capodanno alternativo ma anche dalla voglia di momenti di approfondimento, di fraternità, di preghiera. “Nei giorni trascorsi insieme per riflettere sul tema ‘Famiglia, perla preziosa’– ci ha detto Marina Berardi, promotrice e animatrice dell’iniziativa – la nostra fondatrice, la venerabile Madre Speranza, ci ha ricordato che ognuno di noi attende e va in cerca di qualcosa; c’è chi va in cerca di beni, magari apparenti come le ricchezze, gli onori, il divertimento, il benessere e chi, come il mercante saggio e prudente, va in cerca di beni reali quali le virtù. Madre Speranza ci ha ricordato che il desiderio della perfezione, della santità, l’anelito di raggiungere la pienezza dell’amore deve essere il tesoro nascosto e la perla preziosa che dobbiamo comprare, costi quello che costi”. La famiglia diventa “perla di Dio” ogni volta che lascia germogliare e crescere i valori autentici, lascia spazio alla Parola di Dio ed educa i figli al dono di sé e alla gratuità, e mostra a tutti il proprio cammino di condivisione fraterna fatto di ascolto e di accoglienza.

AUTORE: Antonio Colasanto